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l'assalto silenzioso al market dei poveri

La Nuova Sardegna

In cinque mesi sono stati consegnati 33mila sacchetti della solidarietà

 

SASSARI. Sono passato due mesi, da quando il market dei poveri ha aperto i battenti in corso Angioy. E da allora, per sei giorni alla settimana,40 volontari distribuiscono ai poveri buste della spesa piene di generi alimentari: pane, pasta, pelati, yogurt. Dal 23 ottobre al 31 marzo sono stati consegnati 32.650 sacchetti, in media 240 al giorno.

I soci volontari della Casa della fraterna solidarietà nei giorni scorsi hanno approvato il primo bilancio, relativo agli ultimi mesi del 2006. Ma per avere un'idea di quanto ha fatto l'associazione, e di quanti sassaresi vivano in condizioni di indigenza, il periodo preso in considerazione per le prime statistiche è stato esteso fino al 31 marzo 2007. In totale i volontari hanno aperto lo sportello di corso Angioy 16 per 136 giorni. Dal lunedì al sabato, dalle 9 alle 11, sono stati consegnati 32.650 sacchetti della solidarietà (240 ogni 2 ore). In totale sono state distribuite quasi diciannove tonnellate di pane, undici di pasta, cinque di frutta e verdura, quasi tre di riso, oltre ottomila barattoli di pelati, settemila litri di latte, quattordicimila confezioni di yogurt, e 1500 tubetti di maionese, undici mila brick di succhi di frutta e oltre tremila confezioni di biscotti. Ogni giorno vengono consegnate 240 buste, ma i " clienti " dal market dei poveri sono molti di più.

Non tutti, infatti, si presentano quotidianamente. Questo significa che i sassaresi che fanno ricorso allo sportello della solidarietà sono tantissimi. Probabilmente almeno un migliaio. In corso Angioy viene garantito l'anonimato degli indigenti. I volontari, infatti, non chiedono documenti e non fanno domande ai bisognosi. Consegnano le buste e un sorriso, e tutto finisce lì. Chi non ha il coraggio di rivolgersi alle istituzioni  " storiche " per ottenere un po' di cibo, a molte meno difficoltà a farlo a Casa della fraterna solidarietà. I volontari, però, devono fare i conti, giorno per giorno, con la carenza di generi alimentari. " purtroppo il latte è affluito in modo insufficiente - spiega Aldo Meloni, presidente dell'associazione -, probabilmente per la nostra incapacità di sensibilizzare il monopolista regionale, la 3A di Arborea.

La gamma dei prodotti offerti è inadeguata ai bisogni dei poveri. Olio, scatolame vario, zucchero, legumi secchi, alimenti per l'infanzia e altro ancora sono assenti dai nostri scaffali, con conseguente frustrazione da parte dei volontari operativi, che non possono esaudire le richieste degli indigenti. E la sensazione di impotenza si aggrava quando a fare le richieste sono giovani madri, accompagnate dei loro piccoli " .   L'associazione sta lavorando molto per coinvolgere i produttori per la grande distribuzione. Oltre ai tre panificatori (Cesaraccio, Calvia e Ballarini) che non fanno mai mancare il pane quotidiano, la Sisa-Cobec dà un importante contributo. " npurtroppo abbiamo dovuto prendere atto della dichiarata impossibilità tecnica di Auchan - continua Meloni -, non solo per le donazioni di merce lontana dalla scadenza, ma anche di quella ormai prossima all'eliminazione.

La catena Multimarket ci ha concesso un piccolo spazio per accogliere le offerte alimentari della propria clientela. La nostra attività è sostenuta anche dalla concessionaria Danone, che non fa mancare lo yogurt. Determinante, inoltre, è il contributo del Banco alimentari per il Nord Sardegna  ". Oltre alla necessità di trovare nuove fonti di approvvigionamento, l'associazione vuole poter offrire ai poveri capi d'abbigliamento e cure dentistiche. Ma per questo sarebbero necessari locali più grandi e confortevoli.  " non abbiamo lo spazio - conclude Aldo Meloni -, quello che ci ha messo a disposizione la Divina provvidenza è sufficiente per lo sportello della solidarietà. Noi continuiamo a confidare che il Comune o privati cittadini ci diano un aiuto per risolvere anche questo problema.

 

L’assalto silenzioso al market dei poveri

La Nuova Sardegna

Oltre duecento indigenti hanno chiesto la busta della solidarietà

 

SASSARI. Si sono presentati anziani, famiglie con bambini al seguito, persone sole, tutti con l'incredulità stampata sul volto. I volontari pensavano di consegnare al massimo un centinaio di buste di generi alimentari. Ma ieri mattina, giorno inaugurale del " minimarket " della solidarietà, in corso Angioy 16, in appena 2 ore sono stati consegnati ben 225 sacchetti una cifra enorme, che dà la misura di quante persone in città vivano in condizioni di disagio.

 

I volontari dell'associazione Casa della fraterna solidarietà hanno aperto lo sportello alle nove del mattino. Dopo meno di un'ora il pane era già finito. Una chiamata al panificio Cesaraccio, e in pochi minuti sono stati inviati altri tre gesti di panini. I " clienti ", nuovi e vecchi poveri della città, sono rimasti senza parole, con le buste bianche in mano, e nessun documento da firmare, nessuna domanda a cui rispondere. I sacchetti di generi alimentari, con pane, pasta, latte e pelati, sono stati consegnati a tutti e in forma assolutamente anonima. Oltre ad anziani e persone sole, allo sportello di corso Angioy 16 si sono presentati interi nuclei familiari. In quel caso, le buste sono state " arricchite " con biscotti, merendine e quant'altro. " Avevamo il sospetto che potessero arrivare molti bisognosi - ha spiegato Aldo Meloni, presidente dell'associazione di volontariato -, ma i numeri sono molto più alti di quanto potessimo immaginare. Noi non ci siamo fatti trovare impreparati, ma per tenere ritmi così elevati, sarà necessario che i supermercati della città diano un contributo maggiore, in particolare quelli che ancora non hanno dato la loro adesione. Molto spesso, prodotti che stanno per scadere, ma ancora buoni, vengono eliminati dagli scaffali dei supermercati, e vengono di fatto buttati. Noi, quegli stessi prodotti, potremmo consegnarli ogni giorno ai poveri che si rivolgono al nostro sportello. È necessario che tutti diano il loro contributo ". Per ora l'associazione opererà nei locali di corso Angioy, messi a disposizione temporaneamente dalla Fondazione Divina Provvidenza. Se l'amministrazione comunale, che per ora non ha contribuito in alcun modo, in futuro riuscisse a offrire locali più spaziosi, l'associazione potrebbe lavorare meglio e in condizioni migliori, e fare anche la raccolta di abiti usati da consegnare ai bisognosi. L'associazione attende risposte da alcuni produttori, per quanto riguarda il latte e altri generi alimentari. " Donazioni che incidono in modo irrilevante nel bilancio delle aziende – conclude Meloni - ma che potrebbero risolvere i problemi quotidiani, spesso di sopravvivenza, per tanti poveri della città ".

 

La solitudine nella città chiusa per ferie

SASSARI. negozi e bar chiusi, città deserta, vicoli silenziosi. Sassari città turistica abbassano le saracinesche il 15 agosto. È l'altro Ferragosto. La città rimbomba e chi non si può spostare è costretto a restare barricato in casa. Il rumore festante, di Brindisi per i Candelieri e l'assalto dei " centomila " ,  per un giorno hanno coperto il silenzio della solitudine estiva e dopo la grande Faradda Sassari si è svegliata spopolata.

La frenesia per i preparativi dei Candelieri ha fatto passare in secondo piano la condizione di disagio dell'interminabile estate di chi è solo, mentre l'assessorato ai Servizi sociali del Comune si prepara a dare il via, a settembre, a un censimento della popolazione che risiede nelle varie case di riposo o cura della città, " per poter lavorare meglio ", spiega l'assessore Cecilia Sechi. Nessuna iniziativa per anziani e indigenti, che oggi troveranno sbarrati anche i cancelli dei luoghi che di solito li accolgono. Chiusa nel giorno della festa dell'Assunta la mensa della Caritas, che ieri ha fornito doppia razione ai circa cinquanta ospiti che ogni giorno siedono ai tavoli accoglienti dallo stabile di via Rolando, in una struttura che negli ultimi tempi ha fatto i salti mortali per garantire il servizio, con le cucine chiuse per ristrutturazione da dodici giorni. Perché fame e bisogno non vanno mai in ferie e, anzi, in estate si fanno sentire in maniera ancora di più pesante. "Ci siamo organizzati con i cestini - spiega Luciano Azzu, uno dei responsabili della struttura - distribuendo, per ciascun pasto,quattro panini imbottiti, dolce e frutta ad uno dei nostri ospiti. Ieri, in vista della chiusura ferragostana, abbiamo consegnato due cestini a testa, in modo da garantire un pasto anche per oggi ". Ormai conclusi i lavori di messa a norma dell'impianto elettrico, che hanno imposto lo stop all'attività, i fornelli torneranno a essere operativi e a sfornare pasti caldi a pieno regime a partire da domani. Chiusa anche la Casa della fraterna solidarietà, in corso Angioy, che ogni giorno distribuisce scorte di pane e generi alimentari. " Oggi è chiuso perché non c'è panificazione - spiegano i responsabili -. L’ attività ripartirà regolarmente domani, mentre ieri è nato distribuito pane in più, latte, pasta, riso, yogurt " E domani l'attività della struttura di volontariato riprenderà con maggiore serenità, dopo la donazione dei seimila euro raccolti da un gruppo di dipendenti dell’Inps, che consentirà di acquistare una fornitura di latte e pelati utile per venti giorni. Per gli anziani prigionieri della città deserta, rimane sempre attivo il numero verde dell’Auser-Filo d'argento (800 995988), e da sabato, per iniziativa della stessa associazione, prenderà il via il ciclo di feste " Nonni al chiaro di luna ", nel cortile dell'associazione, in via Tintoretto. Infine, oggi rimarrà chiuso anche il Cepas Auser, in largo Monache Capuccine, punto di riferimento pomeridiano per anziani ed extracomunitari. Archiviata questa giornata, i sei volontari dell'associazione torneranno ad animare le giornate delle case per anziani di San Pietro e della Divina Provvidenza, dove tutti i martedì e mercoledì organizzano feste ed attività di intrattenimento.

In città si diffondono iniziative di solidarietà promosse da laici

Padre Manzella Oggi

“ noi cosa dobbiamo al povero? Generosità sconfinata e amore ardente per la sua salute dell’anima e del corpo”

P. Manzella (La Carità, XI, 1933)

La mattina del 21 ottobre scorso mons. Francesco Soddu, direttore della Caritas diocesana di Sassari, nella cappella della Casa Divina Provvidenza, svolgeva il rito di benedizione degli astanti, inaugurando in tal modo la Casa della Fraterna Solidarietà. L’incontro, partecipato dai promotori dell'iniziativa, dai volontari che avrebbero assicurato il servizio e da un numero considerevole di invitati, ebbe inizio con una breve ma toccante relazione presentata dal dr. Aldo Meloni, presidente dell'associazione di volontariato. I soci fondatori sono tutti uomini, mossi dall'unico fine di offrire ai bisognosi della città un sacchetto contenente l'indispensabile per potersi sfamare almeno per una giornata. Il “ market dei poveri”, situato in alcuni ambienti alquanto ristretti in corso Angioy 16, è stato messo a disposizione temporaneamente dalla fondazione Casa Divina Provvidenza, dalla mattina del giorno 23 ottobre, giorno di apertura, si presentano ogni mattina (il servizio viene erogato tutti i giorni, esclusa la domenica, dalle ore 9 alle ore 11) specialmente da volontarie, almeno trecento dei nuovi e vecchi poveri della città. A ciascuno i volontari con gentilezza e con un sorriso consegnano il sacchetto di generi alimentari, con pane, pasta, latte e pelati. Ciò che colpisce maggiormente gli stessi indigenti è il fatto che alla casa della fraterna solidarietà non vi è da esibire nessun documento né vien chiesto di depositare la propria firma. La prassi instaurata dai promotori di questa provvidenziale iniziativa è quella di conservare l'anonimato di coloro che si presentano, come anche di non indagare sulle cause che portano i bisognosi a chiedere la busta, né tantomeno di inquisire sulle loro idee politiche o religiose. Questo totale rispetto della privacy rende soddisfatti coloro che con modestia e silenzio chiedono aiuto allo sportello di corso Angioy, specialmente anziani che percepiscono la pensione minima. Altra nota di pregio è che al market dei poveri non vengono fatte distinzioni, e, se tra i 200 bisognosi, che si presentano, ce ne sono 50 fittizi, poco importa: 150 avranno da mangiare. Nei primi due giorni di attività sono state distribuite rispettivamente 225 e 205 buste e nelle settimane successive il numero dei sacchetti distribuiti oscilla tra i 280 e 330. Cifre enormi che stupiscono tutti, sorprendono agli stessi operatori, i quali pensavano di poter consegnare al massimo un centinaio di busta al giorno. Tanto è vero che i primi giorni, a metà del lavoro è terminato il pane. È stato necessario, allora, ordinare altre ceste dal panificio Cesaraccio (uno dei soci fondatori dell'associazione). E alla fine tutti hanno avuto la loro spesa al completo. Attraverso il numero degli indigenti che quotidianamente si presentano a ritirare la busta al punto di solidarietà in corso Angioy, si ha la misura di quante persone in città vivano in condizione di disagio, senza considerare il degrado di vita degli immigrati, di numerosi sbandati e dei senza fissa dimora. È vero che la chiesa diocesana, attraverso la caritas, in tantissimi casi interviene, ma le urgenze sono numerosissime e complesse, nonostante esistano un osservatorio dalla povertà della caritas, e le tante iniziative legate ai gruppi delle vincenziane, alle mense, all'ostello per uomini e alla casa per donne. È necessario un maggior coinvolgimento di donatori di generi alimentari, il vestiario e quant'altro possa essere utile per un'autentica opera di carità, premessa indispensabile per la promozione umana delle persone. Applaudono alla richiesta del dr Aldo Meloni, pubblicata sul quotidiano locale il 25 ottobre passato. “ è necessario che le catene dei supermercati diano loro contributo - scrive il presidente dell'associazione di volontariato - e in città ce ne sono tanti. Moltissimi prodotti vengono buttati a pochi giorni dalla scadenza, se li dessero alla nostra associazione potremo sfamare tantissimi poveri della città”. Quanto suggerito dal dr. Meloni, si è verificato in modo encomiabile l’ultima domenica di novembre presso il Supermarket “Cortesantamaria”. Analizzando la recente iniziativa della Casa della Fraterna solidarietà, ho fatto alcune riflessioni che mi hanno portato indietro di un secolo e mezzo fa e che mi hanno messo a confronto le condizioni della povera gente di oggi con quella dell'inizio del XX secolo, quando P. Manzella, con l'aiuto fattivo di uomini di fede e delle dame di carità, da lui personalmente formate, si prodigava nel far sorgere in città il Rifugio Gesù Bambino per raccogliere bimbe abbandonate (1908), la Casa Divina Provvidenza per i Cronici derelitti (1909), l’Istituto dei Sordomuti (1911), l’Istituto dei Ciechi (1912), la Casa dei Santi Angeli (1927), numerosi asili nonché le visite ai poveri a domicilio e visite ai carcerati, l'assistenza alle ex-prostitute. Ancor prima che arrivasse il Manzella nell'isola, alcuni uomini sentirono l'ispirazione di prodigarsi a favore di diverse categorie di persone. A Sassari veniva istituito il Regio Orfanotrofio delle Figlie di Maria per iniziativa di Vittorio Pilo-Boyl, marchese di Putifigari (1832). Per soccorrere i trovatelli della città e dare un minimo di istruzione e di mestiere, sorgeva l’Ospizio Maschile di S. Vincenzo(1858), ad opera di eminenti figure del mondo cattolico sassarese, quali Carlo Rugiu, che fu il principale promotore, mons. Marongio Delrio, futuro arcivescovo di Sassari, l'arcidiacono Deliperi e la signora Marietta Sechi. Al soccorso degli anziani si era provveduto con l'istituzione del Ricovero Regina Margherita, fondato nel 1870 da comitato di 35 cittadini. Le situazioni di grave disagio e degrado esistevano allora come al presente; sicuramente oggi, considerate le grandi mutazioni sociali, la presenza degli immigrati e le condizioni di vita sempre più precarie sono ancor più drammatiche. Per un più diretto confronto riporto tre casi emblematici ed eclatanti: uno degli anni ‘20 del secolo scorso e gli altri due dei nostri giorni. Si legge in una relazione del 1929 scritta dall'allora presidente della Casa Divina Provvidenza Maria Zirolia Pittalis: “Già Da Tempo Le Signore della Conferenza della Carità di Sassari nelle visite domiciliari ai poveri della città avevano constatato con dolore l'abbandono in cui molti casi venivano lasciati i più disgraziati che erano colpiti da malattie incurabili, senza il necessario, senza assistenza alcuna. Tra gli altri una di quelle infelici fu trovata carbonizzata nella stamberga in cui si era rifugiata, perché il fuoco del braciere cui si riscaldava si era appiccicato alle sue vesti”. In questi ultimi anni ha fatto grande scalpore la notizia di una signora trovata morta di inedia nel suo appartamento, posto in un palazzo del Quartiere di Monte Rosello. Altro episodio drammatico comunicato da mons. Soddu: “Un bambino stava piangendo e la mamma pensava avesse mal di pancia, quando è andato a controllarlo ha scoperto che un topo gli stava rosicchiando le dita dei piedi”.possiamo rimanere insensibili di fronte a questi tristi fatti? L’attività della Casa della Fraterna Solidarietà è senz'altro necessaria e richiede il contributo di molti sia come volontari sia come donatori. Ma altre opere dello stesso genere o con altra impostazione dovranno sorgere per arginare il disagio e le gravi situazioni in cui versano tanti nostri fratelli.

Il minimarket dei poveri resta aperto per ferie

La Nuova Sardegna

In agosto aumentano le richieste, in nove mesi distribuite 60mila buste della spesa

SASSARI. Ad agosto mezza città chiude battenti. Chi se lo può permettere, si gode le vacanze al mare. Tra quelli che restano, oltre chi è <<costretto>> per lavoro, c'è chi le vacanze non sa neppure che cosa siano. Sono i cittadini che vivono sotto la soglia della povertà. Per loro, per i vecchi e nuovi indigenti sassaresi, da nove mesi c'è un punto di riferimento fondamentale: la Casa della fraterna solidarietà. È il gruppo di volontari che ogni giorno gestisce il <<pronto soccorso>> alimentare: uno sportello dove chiunque, in forma totalmente anonima, può ottenere una busta di generi alimentari.

I volontari non se la sono sentita di mandare in ferie la solidarietà: la necessità quotidiana di cibo non va in vacanza. Così hanno deciso di organizzarsi per tenere aperto anche ad agosto il <<minimarket>> della solidarietà di corso Angioy, fatta eccezione per i giorni canonici in cui non ci sarà la panificazione. Nei primi giorni di agosto, i volontari hanno rilevato un aumento delle richieste, con punte giornaliere di 280 buste consegnate. Un incremento che potrebbe essere legato al fatto che alcune associazioni, in questi giorni, hanno rallentato o sospeso l'attività. I panificatori che sostengono la Casa della fraterna solidarietà (Cesaraccio, Ballarino e Calvia) hanno risposto alla crescente richiesta dei poveri, aumentando le loro donazioni. La media delle presenze giornaliere, rispetto a quattro mesi fa, ha registrato un incremento di 20 unità, passando da 240 a 260 sacchetti consegnati. Un ritmo che l'associazione è in grado di sostenere sia grazie ai sostenitori <<storici>> come il Banco Alimentare, la Cobec-Sisa, la concessionaria Danone, che ai nuovi donatori, come i fratelli Oggiano, operatori del mercato ortofrutticolo. Un aiuto per il volontari è arrivato anche dall'amministrazione comunale. L'assessore alle Politiche sociali Cecilia Sechi e il dirigente del settore, Salvatore Stangoni, hanno inserito l'associazione in un progetto che per il mese di agosto prevede la distribuzione di un grosso quantitativo di latte. <<il futuro - ha detto il presidente dell'associazione di volontariato, Aldo Meloni - di poter realizzare il nostro sogno di offrire agli indigenti anche latte quotidiano, oltre all'immancabile busta di pane. Quante mamme, quanti anziani e quanti bambini ne sarebbero felici. Comunque noi continuiamo a pregare e a sperare che il monopolista regionale del latte, la 3° Arborea, accolga i nostri insistenti appelli. In fondo loro sono una cooperativa e hanno la mutualità fra i presupposti esistenziali, e noi siamo una Onlus, status che consenta al donatore di portare in deduzione, e non in detrazione, le sue donazioni>>. In poco più di nove mesi di attività, la casa della fraterna solidarietà ha distribuito 60mila sacchetti e il trend non accenna a diminuire. <<Noi continuiamo nella ricerca di nuovi donatori - conclude Aldo Meloni -, non solo per poter garantire quel poco che già offriamo, ma per allargare la gamma dei prodotti. Ciò che ci conforta sono nuovi volontari che offrono la loro disponibilità>>. Da qualche settimana dalle loro contributo anche due giovani mormoni, così come una vecchia <<cliente>> del market dei poveri, che per ricambiare la generosità dei volontari, collabora per alcune ore al confezionamento dei sacchetti e poi va via con la sua busta della spesa.

Il market dei poveri compie un anno consegnate 80mila buste della spesa

La Nuova Sardegna


SASSARI. Il supermarket dei poveri compie un anno: dodici mesi di solidarietà verso le fasce più deboli della popolazione, quelle che tra assegni familiari e lavori saltuari non arrivano mai alla del mese, quelle che spesso non hanno neppure il coraggio di chiedere aiuto. Per loro, i volontari della Casa della fraterna solidarietà, in 365 giorni, hanno consegnato 80mila buste della spesa.     

In realtà, l'associazione raggiungerà il traguardo della prima <<candelina>> martedì prossimo. Ma il conto delle buste consegnate presto fatto. Da quest'estate, infatti, la media giornaliera si è attestata sui 300 sacchetti. Cifre che la dicono tutta sul numero dei poveri presenti in città. <<Per la nostra associazione, il primo compleanno è un traguardo importante - ha detto il presidente Aldo Meloni -, non eravamo certi di poterlo tagliare. Fino a oggi siamo stati aiutati dalla buona sorte e da molte persone generose. Anche se ancora molto deve essere fatto. Saremo soddisfatti quando riusciremo offrire un aiuto alimentare più ampio e variegato. Attualmente, infatti, il nostro aiuto si può definire un “ pronto soccorso”. Certi alimenti, come il latte, l'olio, lo zucchero, gli omogeneizzati e i biscotti per bambini, compaiono sporadicamente nel sacchetto della solidarietà>>.
L'associazione era partita con l'idea di dare sostegno a un centinaio di persone. Ma già dal primo giorno si è trovata di fronte a una folla di 200 indigenti che, giorno dopo giorno è cresciuta, arrivando al preoccupante numero di 300 presenze quotidiane. <<Dopo 2000 anni, la richiesta più pressante continua a riguardare il “ pane quotidiano” - aggiunge Aldo Meloni -, e riusciremo a esaudirla grazie al sostegno dei panificatori, come Cesaraccio, Ballarini e Mauro Calvia, che hanno sempre risposto a ogni richiesta di incremento delle donazioni.  Se il trend di bisogno non si attenuerà, a breve dovremo bussare alla porta di qualche altro produttore>>.altro punto di forza del market dei poveri sono la pasta e il riso, che vengono forniti dal Banco Alimentare. La stessa Sisa-Cobec dà un sostegno importante, assieme alla Daf, la concessionaria della Danone. <<Una o due volte alla settimana - conclude il presidente - riusciamo a consegnare anche frutta e verdura, grazie ai fratelli Oggiano. Quest'estate il comune ci ha aiutati con una fornitura di latte per un mese. Nell'attesa che questo aiuto diventi definitivo, abbiamo ricevuto dalla Provincia un sostegno economico che ci garantirà una fornitura di latte per altri due mesi>>. Per continuare l'attività, la Casa della fraterna solidarietà presto avrò bisogno di una nuova sede. La speranza dei soci è che, al più presto, l'amministrazione comunale metta a disposizione locali adeguati, per evitare il rischio di dover sospendere la consegna delle buste. Un servizio, questo, diventato essenziale per le persone più deboli e povere della città.

I “magnifici quaranta” del sacchetto solidale

Sassari sera n°12 – anno 47 – dicembre2007/gennaio 2008

Un anno fa, il 21 ottobre, è nata la “casa della fraterna solidarietà”. Un anno trascorso veloce e forse con qualche cefalea …
<<Un po’ di cefalea c’è stata e c’è. Ma è dovuta all’ansia. Anzi due tipi di ansia: la prima è quella relativa ai locali dove operiamo (Corso Angioy) che sono di proprietà della Fondazione Divina Provvidenza che ringraziamo di cuore. L’altra è ansia che deriva dalla continua ricerca di derrate alimentari, operazione non facile anche perché non sempre e non tutti quelli che avrebbero potuto hanno risposto in modo immediato ed adeguato>>.
All’inaugurazione dello scorso anno c’era la cosiddetta “Sassari che conta”. Quante promesse?
<<Mah … a dire il … vero, la “Sassari che conta” promesse non ne ha fatto. Certo avrebbe potuto fare in modo di reperire un locale che sicuramente gli enti pubblici possiedono in città e non avremmo preteso sicuramente un locale a cinque stelle! Anche un rudere da riadattare mettendoci noi soci fondatori le mani in tasca>>.
E invece per quanto riguarda le donazioni?
<<Noi siamo una onlus e non volevamo di sicuro i prodotti di prima scelta, ma ci saremmo accontentati, come ci accontentiamo, di quei prodotti che si approssimano alla scadenza. Fra quanti hanno preso parte all’inaugurazione non c’erano i cosiddetti “big”, ma coloro che fin dall’inizio (li abbiamo ripetutamente citati) ci hanno dato quel che potevano. Potrei citare il monopolista regionale del latte che non ha potuto venirci incontro per, presumo, difficoltà.
Fra i “latitanti” voglio sottolineare l’assenza di qualche grosso … grosso centro commerciale che ancora purtroppo preferisce dare in “pasto” derrate alimentari ai cassonetti e alle discariche che potrebbero sfamare un intero paese. A parte questo debbo dire che i singoli, la gente di Sassari, stanno dimostrando una sensibilità, un cuore,  nei confronti di questa iniziativa, che davvero commuove>>.
Un esempio?
<<C’è gente che viene e ci porta i “doni”: una cassa di pelati, del the o altro. E questo è magnifico! Anche perché, è evidente, si sono resi conto che la nostra è una di quelle associazioni di volontariato in cui si sa dove vanno a finire le cose>>.
Ritorniamo alla sede. Nel numero del 30 di settembre scorso, Il Sassarese ha denunciato l’incredibile patrimonio immobiliare inutilizzato che c’è a Sassari di proprietà pubblica o anche privata. Possibile che davvero non si riesca a trovare un … buco per la “Casa della Fraterna Solidarietà”?
<<Bella domanda! E’ il quesito che mi pongo di continuo. Ma la risposta è però sempre amara: evidentemente non interessiamo a nessuno. Non voglio fare polemica. Ma avendo un … “bacino di utenza” purtroppo non vastissimo, non meno però di mille famiglie, a questo rivolgiamo il nostro lavoro perché sono e rimarranno persone conosciute da accogliere con affetto e con un sorriso di benvenuto>>.
Forse non interessiamo a nessuno, ha detto. Forse … lei si sta arrendendo?
<<Ma nemmeno per sogno! Precisiamo: io posso definirmi il “regista” mettendoci molta vanagloria, di questa iniziativa. Ma i “primi attori” sono i volontari. E i donatori. Quella dei volontari è una squadra meravigliosa formata non meno di quaranta persone, signore, insegnanti in pensione e anche (stupefacente!) da coloro che prima si presentavano dall’“altra parte” (per ricevere il sacchetto) e poi hanno deciso che disponendo di tempo potevano “dare una mano” e sono passati anche loro a servire i bisognosi come son loro stessi. E poi a fine giornata rientrano nella loro casa col sacchetto, come gli altri. Se non è solidarietà questa!>>
Una sorta di … ringraziamento.
<<Un coinvolgimento. E poi in aggiunta a ciò c’è la bella presenza di quattro mormoni, due ragazze e due ragazzi che così, senza alcuna pretesa, vengono una volta la settimana dando una bella mano d’aiuto>>.
Ma c’è un futuro per la “Casa della Fraterna Solidarietà”?
<<Abbiamo scoperto che c’era questa gente bisognosa che viveva in modo sotterraneo e perciò ci siamo mossi. Il futuro. Dipende … dipende da qualche “variabile”. Dovessimo essere … affettuosamente … sfrattati perché la “Divina Provvidenza” ha necessità di vendere parte degli immobili, certamente dovremmo, poiché siamo in comodato, lasciare i locali di Corso Angioy. Ma sia chiaro, a costo di fare, come soci fondatori, sacrifici personali, troveremo un altro locale>>.

C’è una Sassari bisognosa e una solidale. Voi fate parte della seconda “categoria”, se mi passa la definizione. Lei conosceva, prima di iniziare l’attività, questa realtà della povera gente sassarese?
<<No. Con molta umiltà devo dire che dopo avere sentito qualche parroco ne ho parlato con monsignor Francesco Soddu che mi ha incoraggiato molto. Mi ha detto che dovevamo andare avanti perché il problema c’era e c’è>>.
Don Soddu fa parte della Caritas Diocesana.
<<Si ed è una persona estremamente illuminata. È stato lui lo scorso anno a benedire i nostri locali>>.
Facciamo adesso qualche nome di coloro che vi aiutano.
<<Sono orgoglioso di rispondere alla domanda. Oggi siamo abituati a leggere brutte notizie mentre vi sono tante persone che invece “fanno” buone notizie. Citando coloro che ci aiutano spero si possa scatenare un “contagio” positivo. Antonello Cesaraccio, panificio; altri panificatori Ballarini, Mauro Calvia. Il banco Alimentare e il presidente Michele Bulla. Quasi per incanto è apparso Oggiano del mercato ortofrutticolo che una volta la settimana conferisce frutta e verdura. E poi Rinaldo Carta, della Cobec, amico generoso con noi fin dall’inizio. Poi c’è la Danone che ci da lo yogurt. Il riparatore della Zanussi ci ha fornito un frigorifero industriale. Zunino Auto ci ha dato un automezzo che ci consente di trasportare la merce. Non parlo dei privati perché mi hanno fatto obbligo assoluto di riservatezza. C’è da rimanere estasiati di fronte alla generosità di una tabaccaia di Sassari  che va al market, compra 100 chili di pasta e li porta da noi>>.
Per chiudere un augurio: che finiscano le cefalee.
<<Spero passino del tutto!>>.

Duecento in fila per pane, latte e pasta

Una giornata tra gli operatori nella sede della Casa della fraterna solidarietà

SASSARI. Quelli che stanno veramente male, forse sono quelli che non dicono una parola tendono la mano verso uno dei volontari, con lo sguardo basso prendo una busta e vanno via in silenzio. I piedi leggeri per la fretta e il cuore pesante dalla vergogna. Ma al minimarket della solidarietà non si fanno distinzioni, e se tra 200 poveri che si presentano, ce ne sono 50 <<fasulli>>, poco importa: 150 avranno da mangiare.

I volontari indossano i gilet della Casa della fraterna solidarietà, uomini e donne, chi già in pensione, chi disposto a trovare un ritaglio di tempo tra lavoro e famiglia, pur di dedicarsi agli altri, pur di fare qualcosa di giusto. E davanti ai sorrisi sdentati degli anziani, che battagliano ogni mese con la pensione minima e alla fine perdono sempre, o di fronte a giovani madri che trascinano passeggini per mezza città, pur di arrivare allo sportello di corso Angioy 16, questi volontari trovano l'energia per portare avanti un progetto ambizioso: dare da mangiare tutti i giorni ai nuovi e ai vecchi poveri della città, senza chiedere documenti, senza fare firmare nulla. Ieri, gli operatori della Casa della fraterna solidarietà sono arrivati verso le 8,30. In mezz'ora hanno preparato le prime cento buste: cinque panini, un brick di latte,un pacco di pasta e un barattolo di pelati. L'apertura dello sportello del <<minimarket>> era prevista per le 9, ma i primi poveri si sono presentati ancora prima e hanno atteso all'esterno: chi seduto sulle scale d'ingresso, chi in piedi contro il muro del palazzo, lo sguardo a terra. Poi, quando la <<finestra>> sul portone del palazzo si è aperta, è incominciata la processione dei bisognosi. Qualcuno è arrivato da solo, altri in gruppi di due o tre. Diversi uomini anziani, con gli abiti malandati, e parecchie donne di una certa età, alcune con i vestiti di casa, altre eleganti e con tanto di orecchini e collane d'oro, forse una forma di pudore, una maschera per uscire per strada e nascondere la miseria. Ciò che ha accompagnato tutti è stato lo stupore, stampato in faccia insieme a un mezzo sorriso: <<Non c'è niente da firmare?>>. No, nessun documento da esibire, i responsabili dell'associazione non si preoccupano se qualcuno si presenta con tutti i componenti del nucleo familiare per portare via più buste: <<Fare la scorta non ha senso – spiegano - lo sportello della solidarietà è aperto tutti i giorni>>. Una giovane padre di famiglia, disoccupato e in terapia al Sert, ieri è arrivato con la moglie e il più piccolo dei suoi figli. <<Seconde me in molti prendono le buste e poi se le rivendono - ha detto il giovane con l'aria di chi la sa lunga -, magari per comprarsi la droga. E poi qualcuno può fare il furbo e venire con la moglie o un parente e chiedere due buste. È una questione di principio, perché ci sono anche gli altri che hanno diritto ad avere la spesa>>. Lo stesso giovane, dopo qualche minuto è entrato e ha preso una busta, chiedendo ai volontari anche omogeneizzati per i suoi bambini. Poi è entrata la moglie e ha chiesto un'altra busta con l’aggiunta di omogeneizzati. Altri sono arrivati in quattro su una macchina, e con quattro buste zeppe di cibo se ne sono andati. <<Per noi l'importante è che tra tutti quelli che arrivano, ce ne siano tanti che hanno davvero bisogno - dicono i volontari -. Secondo noi almeno 80 su 100 sono veri poveri, numeri che bastano per spingerci a continuare questo lavoro>>. Dopo due ore di consegne, alle 11 è stato chiuso lo sportello. I volontari, però, sono rimasti fino alle 11. 30, per riordinare e buttare le scatole vuote. E per fare un bilancio della seconda giornata di <<lavoro>>. L'ultimo ad andare via e a chiudere la sede è stato il coordinatore Gigi Noce. Lunedì scorso, giorno di apertura ufficiale della sede, i volontari hanno consegnato 215 buste di generi alimentari. Ieri mattina, i sacchetti consegnati sono stati 205. Cifre enormi,ch e hanno sorpreso gli stessi organizzatori. Secondo le previsioni fatte dall'associazione, infatti, si sarebbero dovute consegnare dalle 50 alle 100 buste al giorno, ma i dati reali sono stati molto più <<importanti>>, al punto che sia lunedì che ieri, a metà del lavoro è finito il pane. È stato necessario, infatti, ordinare altre ceste al panificio Cesaraccio (uno dei fondatori dell'associazione). E alla fine tutti hanno avuto la loro spesa gratis. <<È necessario che le catene dei supermercati diano il loro contributo - spiega Aldo Meloni, presidente dell'associazione di volontariato -, e in città ce ne sono tanti. Moltissimi prodotti vengono buttati a pochi giorni dalla scadenza, se li dessero alla nostra associazione potremmo sfamare tantissimi poveri della città>>.

C'è un “pacco” per te

Dal 23 ottobre chiunque versi in stato di necessità può ricevere in forma assolutamente anonima un aiuto concreto in generi alimentari, l'emergere di nuove povertà, che si sommano drammaticamente alle preesistenti, ha toccato profondamente l'animo di un gruppo di persone, spingendole a costituire un'associazione per dar sollievo alle necessità primarie dei vecchi e nuovi bisogni. A partire dallo scorso 23 ottobre, nei locali di Corso Angioy 16, vengono distribuiti quotidianamente (quantomeno, sei giorni alla settimana) pane, latte, ed altri generi alimentari a lunga conservazione che non abbiano bisogno di celle o banchi frigo (anche il latte pertanto non potrebbe essere quello di giornata) a chiunque si presenti presso i locali dell'associazione, consentendo in tal modo il consumo di quanto ottenuto nell'intimità della propria abitazione. A nessuno sono chiesti il nome, la ragione del bisogno o le sue idee. Si vuole evitare che il comprensibile pudore produca digiuni silenziosi, a volte drammatici. I volontari, con semplicità, sorridono a tutti e porgono il sacchetto della solidarietà. L'opera attiva si svolge in sintonia, senza sovrapposizioni, con le altre associazioni benefiche, in particolare con la Caritas Diocesana e con le Vincenziane. Rispetto ad esse ci si vuole rivolgere anche ad una platea molto più ampia e difficile da raggiungere: quella delle nuove povertà, presso cui non rare sono remore a rivolgersi a strutture confessionali. Non appena si reperiranno altri spazi, oltre al cibo saranno offerti anche capi di vestiario (nuovi, fine serie od anche seminuovi) e saranno erogate cure mediche dentarie. L'Associazione ha già ottenuto l'iscrizione all'Albo Regionale del Volontariato diventando in tal modo ONLUS. Questo consente, laddove ritenuto utile dagli interessati (sia privati e aziende), di attivare le facilitazioni fiscali previste dalla Legge 80/2005 (il cui slogan è “+ dai - versi”) che permette per le donazioni sia in denaro sia in natura di ottenere una deduzione fiscale del 10% del reddito annuo, con un tetto di 70.000 euro. A ciò si affianca la disposizione agevolativa prevista dall’art. 13, comma 2, del Decreto Legislativo n. 460 del 1997, che consente alle aziende di cedere alle ONLUS derrate alimentari alla cui produzione o scambio è diretta l'attività dell'impresa, altrimenti destinate all'usuale eliminazione dal circuito commerciale, senza che il valore normale delle stesse venga considerato fra i ricavi dell'impresa medesima. Sabato 21 ottobre Aldo Meloni, promotore e presidente della “ Casa della fraterna solidarietà”, ha fatto da anfitrione al numeroso pubblico intervenuto per l'inaugurazione ufficiale dell'iniziativa. Molti i personaggi della vita pubblica: Alessandra Giudici, presidente della Provincia, Cecilia Sechi, assessore comunale alle Politiche sociali, don Francesco Soddu, della Caritas diocesana (che ha benedetto i locali), don Giancarlo Zichi, i rotariani del “Sassari Nord”, Vincenzo Picci, Michele Poddighe , Leonardo Tilocca, Emilio Facci, Andrea Fiore, Giampiero Delogu, Rinaldo Carta, accompagnato dalla signora Anna Clara. E poi Carlo Sardara e Paolo Puddinu, del Rotary “Sassari Silki”. L'assessore comunale Michele Malanga e tanti altri protagonisti della vita pubblica sassarese. La “ Casa della fraterna solidarietà” presieduta da Aldo Meloni, vicepresidente Giancarlo Lucci. Soci fondatori: Aldo Meloni, Leonardo Tilocca, Antonello Cesaraccio, Giampiero Delogu, Gianfranco Favini, Settimo Romolo Tilocca, Carlo Sardara. I trenata volontari che ogni giorno, dal lunedì al sabato (ore 9-11) distribuiranno i pacchi viveri sono coordinati da Gigi Noce. Un nuovo tassello si aggiunge quindi al mosaico della solidarietà a Sassari.

Donate 2000 buste della solidarietà in otto giorni

La Nuova Sardegna

SASSARI. Quasi duemila buste di generi alimentari consegnati otto giorni. È il primo bilancio fatto dai volontari dell'associazione " Casa della fraterna solidarietà ", che dal 23 ottobre lavorano nello sportello di corso Angioy. Un bilancio che dà l'idea di quanti Sassaresi vivano in condizioni di indigenza. La media della prima settimana è stata di 215 sacchetti giornalieri. Lunedì ne sono stati distribuiti 270 mentre ieri si è saliti a quota 287: " Una enormità - commenta il presidente dell'associazione, Aldo Meloni -, che va al di là delle nostre previsioni iniziali. Pensavamo che 100 sacchetti giornalieri sarebbero stati sufficienti, ma i dati di questi giorni vanno decisamente oltre. In questa fase, nella nostra associazione diventa fondamentale trovare nuovi donatori, e siamo fiduciosi che ci riusciremo "   Sebbene le buste con pasta, latte, pane e pelati, vengano consegnate in modo totalmente anonimo, e ai poveri non venga chiesto alcun tipo di informazione, i volontari si sono fatti un'idea della loro " composizione ". " ogni giorno arrivano persone nuove – spiega Meloni -, e il fatto che siamo a fine mese probabilmente significa che questo è il periodo più critico per molti cittadini. Gli utenti del nostro sportello sono eterogenei: si va dagli anziani alle madri di famiglia, dai rom a qualche immigrato di colore. Ciò che è certo, e che almeno il 95 per cento degli indigenti che si rivolgono alla nostra associazione sono sassaresi ". Tra i tanti " veri " poveri che ogni mattina vanno a prendere la busta della spesa gratuita, ce ne sono alcuni che probabilmente non hanno un reale bisogno. " Chi viene al nostro sportello - sostiene Aldo Meloni -, non può che stare male, si tratta comunque di persone che hanno problemi economici gravi. Che interesse potrebbe avere una persona nell'esporsi per una busta di pane e di latte? Per rivenderla forse? Io sono convinto che chi viene da noi siano quasi esclusivamente veri bisognosi " Per quanto riguarda gli approvvigionamenti, nel corso della settimana sono arrivati due nuovi donatori di pane. Oltre a Cesaraccio, socio fondatore della Casa della fraterna solidarietà, ora consegnano anche il panificio Ballarini e Gigi Riu di Alghero che, nonostante non abbia clienti a Sassari, ogni mattina manda un furgone in città per i bisognosi.

La nostra storia

La nostra storia è semplice. Nel 2006, durante una cena fra amici, fu fatto rilevare che l’eccesso di cibo, al limite dello spreco, era un’offesa alla povertà la cui crescita stava assumendo dimensioni allarmanti anche a Sassari.
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Noi siamo volontari

Il nostro volontariato è contraddistinto dalla totale gratuità delle prestazioni e nell’assoluta apoliticità e aconfessionalità nella nostra operatività. Il rispetto nei confronti dei nostri fratelli in stato d’indigenza permanente o temporanea, è assoluto. Leggi

 

Dentiere

Dal mese di giugno 2012 abbiamo attivato nella sede in C.so M. di Savoia n.6 a Sassari, un laboratorio per l'installazione gratuita delle protesi dentarie. Il Martedì dalle ore 16,00 alle ore 18,00 un volontario, è a disposizione per concordare gli appuntamenti. Vai