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La fame non va in ferie: in fila per il cibo.

la fame non va in ferie in fila x il cibo miniaturaLa fame non va in ferie: Aldo Meloni, fondatore della Casa dellaFraternaSolidarietà,ne ha fatto un motto di questa frase. Ma basta vedere la fila che si forma, ogni giorno, anche in questo periodo ferragostano, di fronte alla onlus di corso Angioy,per capire che la fame non dà tregua.

 

La povertà cresce, qui c’è una città dolente, i bisogni aumentano e per sopravvivere ci si mette in fila e si aspetta il proprio turno per ricevere i beni di prima necessità. Ogni anno si confezionano qui almeno 150.000 “sacchetti di cibo quotidiano”. Anche in questi giorni, con la città semideserta che si riversa al mare, vengono distribuiti quotidianamente tra i 350 e i 400 o più sacchetti di alimenti: pasta, pelati, olio di semi, tonno in scatola o ciò che i volontari della Casa sono riusciti a reperire per offrire un sostentamento quotidiano anche a cinquecento persone.

Lotta alla povertà, tra i volontari un piccolo esercito di studenti: «Prima ci sentivamo inutili»

SASSARI. «Sei un angelo senza le ali. Quando senti frasi del genere non importa se alla fine del mese arriva lo stipendio. Quello che importa è tornare a casa sapendo di avere aiutato qualcuno. Da quando faccio il volontario alla Casa della Fraterna Solidarietà mi sento finalmente utile». Luigi è uno studente che frequenta i corsi serali delle scuole superiori Industriali. Dopo avere passato qualche ora sui libri, trascorre parte della sua mattinata tra le stanze del casolare di Corso Regina Margherita. Insieme ad altri giovani prepara i sacchetti da distribuire alle persone in difficoltà, butta la spazzatura e raccoglie le cassette degli alimenti.

«Ci siamo avvicinati alla Onlus per pura curiosità. Mentre andavamo al mare - ricorda Gianluca - abbiamo notato una fila lunghissima. Immediatamente ci siamo resi conto di quello che accadeva edopo qualche mese abbiamo bussato alla porta del centro gestito da Aldo Meloni. All'inizio eravamo in quattro, ora siamo venticinque». I ragazzi che frequentano la Casa della Fraterna Solidarietà aumentano di settimana in settimana. Ognuno di loro è qui per dare un senso alle proprie giornate. Come stipendio ricevono un sorriso, nulla di più. Eppure, da quando hanno scoperto questo micro cosmo, si sentono molto più ricchi. «Ho iniziato a fare volontariato grazie al consiglio di un'amica - afferma Gabriele. Ogni volta che c'è bisogno del mio aiuto, il presidente mi chiama e io cerco di ripagare la fiducia. Faccio di tutto, dalla raccolta dei vestiti alla distribuzione dei sacchetti. In cambio non chiedo nulla: cercho solo di aiutare il prossimo». 

 

Tra una chiacchiera e l'altra i ragazzi scherzano tra loro con la leggerezza tipica dei ventenni. Si prendono in giro, si danno pacche sulle spalle e ridono per ogni cosa. Forse non si rendono conto di quanto sia importante quello che fanno ogni mattina: sacrificare parte della giornata per aiutare gli altri. E va bene così perchè, probabilmente, la chiave di questo impegno risiede proprio in questa spensieratezza.

 

Sassari, una città sempre più povera Ora ci si picchia per un tozzo di pane

SASSARI. L'attesa è lunga. La fila davanti ai portoni della Casa della Fraterna Solidarietà inizia già alle otto del mattino. Nelle ultime settimane, insieme alla crisi, è cresciuta anche la tensione. Per evitare zuffe e battibecchi, il presidente dell'associazione, Aldo Meloni, ha assoldato quattro guardie zoofile. Ogni mattina arrivano in corso Regina Margherita per controllare che tra le 500 persone che aspettano, non si verifichino gesti violenti. L'apprensione si placa solo alle 11, quando i volontari aprono i cancelli. I pacchi preparati con pazienza durante il corso della mattinata finiscono in pochi minuti. Qualcuno aspetta la fine della distribuzione sperando di ricevere una seconda busta con dentro pane, olio, sugo e pasta. Ma le richieste sono tali da non consentire il Sul marciapiede sfilano soprattutto sassaresi: giovani e meno giovani. Gli extracomunitari in fila sono pochi, pochissimi. Un segnale chiaro che indica le difficoltà economiche che stanno soffocando questa città.

 

La fila non si esaurisce qui. Da qualche settimana il centro di carità offre un servizio domiciliare per i nuovo poveri: tutte quelle persone piombate improvvisamente in uno stato di indigenza che, pur di non farsi vedere in fila, preferirebbero morire di fame. Decine e decine di famiglie che dopo avere chiuso l'attività si sono trovate senza i soldi per mangiare. «Vorremmo che questo servizio – spiega Aldo Meloni – diventasse una realtà costante. Abbiamo il dovere di aiutare anche questa nuova categoria di sfortunati. Ma i nostri progetti non si esauriscono qui. Ci piacerebbe erogare dei piccoli prestiti a tasso zero per permettere alle persone in difficoltà di pagare le bollette e le spese primarie. I soldi potrebbero essere restituiti in piccole rate. Chissà se ci riusciremo: bisogna trovare i soldi, mettere in piedi un'organizzazione efficiente e chiedere i permessi all'Amministrazione Comunale. Per ora rimane un sogno ma non ci perdiamo d'animo».

 

Il micro cosmo della Casa della Fraterna Solidarietà è nato grazie alla volontà di pochissimi soci e col tempo ha messo le sue radici in tutta la città. Il livello di solidarietà raggiunto è alto ma non ancora sufficiente. Affinché tutti i bisogni possano essere soddisfatti, è necessaria una beneficenza maggiore. «Abbiamo bisogno di carrozzelle, passeggini, vestiti, scarpe e soldi. Perché senza i soldi si riesce a fare poco. Chiunque sia interessato ad aiutare il centro di carità può fare un bonifico o versare il suo 5 per mille nelle nostre casse». In questa corsa alla solidarietà, un aiuto arriva dalla grande distribuzione. Carrefour e Conad sono i marchi più attivi. Piuttosto che buttare i prodotti in scadenza, li portano nelle sale di Corso Regina Margherita. L'aiuto maggiore, però, continua ad arrivare dai panifici cittadini: solo Cesaraccio prepara ogni giorno più di 100 kg di pane da dare in beneficenza. «Un aiuto che ci ha permesso di iniziare questa avventura – conclude Meloni – e di portarla avanti fino a oggi».

 

Casa della Fraterna Solidarietà: e le dentiere sono già trecento

Sassari - E sono trecento dentiere. La Casa della Fraterna Solidarietà onlus venerdì mattina ha festeggiato l'importante traguardo tagliato dopo circa due anni da quando è partito il servizio di assistenza odontoiatrica. «È davvero un momento di gioia per tutti noi. È bello sapere che qualcuno non passerà tutta la vita da sdentato perché non può permettersi di spendere 2500-3mila euro per farsi fare una dentiera! Ringrazio tutti i volontari e coloro che ci hanno permesso di raggiungere questo risultato», ha sottolineato con soddisfazione il presidente della Casa delle Fraterna Solidarietà di corso Regina Margherita a Sassari, Aldo Meloni, che in occasione di un incontro con operatori e volontari, aperto alla stampa, ha ringraziato quanti hanno garantito aiuto e sostegno anche economico. Adesso parte un nuovo servizio, grazie all'impegno del dottor Marcello Carboni. «Inauguriamo il secondo ambulatorio, che garantirà ecografie gratuite. Nella migliore delle ipotesi la sanità pubblica garantisce un'ecografia dopo sette mesi», ha detto Meloni. All'incontro erano presenti anche la presidente dela Provincia Alessandra Giudici, l'assessore comunale alle Politiche Sociali Michele Poddighe, il vicepresidente della Casa della Fraterna Solidarietà Carlo Sardara ed il direttore generale della Asl sassarese Marcello Giannico.
 
Le dentiere, inizialmente (le prime 40-50), sono state realizzate per intero grazie all'Andi, l'associazione nazionale dentisti. «Poi c'è stato il miracolo: abbiamo trovato Gavino Dettori, odontotecnico, che adesso lavora più per la Casa che per se stesso. Viene qui, insieme alla figlia, 2-3 volte a settimana», ha raccontato Aldo Meloni.

Le dentiere, inizialmente (le prime 40-50), sono state realizzate per intero grazie all'Andi, l'associazione nazionale dentisti. «Poi c'è stato il miracolo: abbiamo trovato Gavino Dettori, odontotecnico, che adesso lavora più per la Casa che per se stesso. Viene qui, insieme alla figlia, 2-3 volte a settimana», ha raccontato Aldo Meloni.
 
Ma alla Casa della Fraterna Solidarietà si va tutti i giorni (tranne i festivi) soprattutto a ritirare il "sacchetto della solidarietà". «La fame, lo ricordo sempre, non va in ferie. Da sette anni, Cesaraccio ci garantisce quotidianamente 100 kg di pane. Ma si sono poi aggiunti Ballarini, i due Calvia, Cuccaru di Bonnanaro e Fedeli di Osilo», ha detto ancora Meloni. Adesso parte la convenzione con la Conad ed il sacchetto sarà più ricco. Recente anche il rapporto con il programma regionale Alimentis.

Coloro che passano alla Casa della Fraterna Solidarietà rimangono rigorosamente anonimi. «Delle 500 famiglie che vengono non vogliamo sapere niente sotto il profilo della personalità né circa le loro idee. E poi abbiamo anche gli abiti che distribuiamo. Facciamo grande concorrenza ai cassonetti gialli. In un anno tra scarpe ed abiti riusciamo a trattare oltre 100mila capi». Un ringraziamento particolare è stato rivolto alla padrona di casa, la presidente della Provincia Alessandra Giudici. I locali dell'ex questura sono infatti di proprietà dell'Amministrazione provinciale. «La solidarietà è una malattia contagiosa. Speriamo che nessuno trovi mai una cura», ha detto la presidente Giudici.

«Credo che i livelli di solidarietà che esprima questo Paese siano tra i più alti a livello globale. Il 5 per cento del Pil è prodotto dal terzo settore», ha commentato l'assessore comunale Michele Poddighe. «La verità è che c'è una situazione di disagio economico che non eravamo abituati a conoscere. Subito dopo la guerra, i bambini di Castelsardo, dove sono cresciuto, erano senza scarpe. Allora però era un modello di società omogeneo. Nel 2000 avevamo un 8 per cento di povertà in Sardegna; adesso a Sassari la povertà arriva al 22 per cento di povertà», ha detto Poddighe, che ha concluso citando un detto popolare: «Chi ha i denti non ha il pane e chi ha il pane non ha i denti. Aldo Meloni ha messo insieme questi due elementi».

«La crisi porta spesso ad avere una visione distorta sulle istituzioni, a cui si chiede un intervento, come i ricoveri negli ospedali, spesso legati a difficoltà di integrazione sociale», ha detto il direttore generale della Asl, Marcello Giannico. Gli ospedali vengono spesso visti come ultima spiaggia per un aiuto. In un reparto per acuti, per esempio, un uomo è rimasto per un anno perché non sapeva dove andare a vivere. Stesso discorso per le residenze sanitarie, le rsa: sono sature, piene al 100 per cento, dove mettere le persone dimesse? «Ben vengano iniziative come queste della Casa della Fraterna Solidarietà. Dare da mangiare ad una persona significa non trovarsela al pronto soccorso, dove spesso si presentano individui con problemi di integrazione sociale. Più servizi come questo ci sono più la Asl riesce a funzionare meglio».

Due infine le ultime novità da parte dei generosi volontari sassaresi. L'Aispava, ovvero le guardie zoofile provinciali, garantiranno i loro servizi, anche di sorveglianza della sede di corso Margherita di Savoia. E poi gli studenti che hanno dato e continuano a dare una mano. Sono arrivati 25 studenti universitari che a chiamata hanno risolto tanti problemi. E i ragazzi dell'Itas di via Porcellana, mandati dalla scuola per 6-7 settimane a turno: hanno così potuto vedere direttamente come funziona il volontariato. Tutto questo si aggiunge ai servizi di consulenza legale e di difesa dei propri diritti fornita da altri volontari (commercialisti, avvocati e consulenti del lavoro) nei giorni dedicati durante la settimana. (lufo)

Alla Casa della Fraterna Solidarietà di Sassari ecografie gratuite per gli indigenti

La Casa della Fratena Solidarietà apre un ambulatorio per offrire ecografie gratuite a chi versa in situazioni di disagio economico. Lo ha annunciato Aldo Meloni, presidente della Onlus che ha sede a Sassari in corso Regina Margherita, lo scorso 3 maggio con una conferenza stampa cui hanno preso parte Carlo Sardara vicepresidente della Casa, Alessandra Giudici, presidente dela Provincia, Marcello Giannico, direttore generale della Asl, Michele Poddighe, assessore comunale alle Politiche Sociali.
A garantire il nuovo servizio sarà Marcello Carboni, medico sassarese che sognava di andare a fare volontariato in Africa e che invece ha deciso di prestare la sua opera in città a favore delle tante persone in stato di bisogno.


Per chi vive in povertà, infatti, l'urgenza di una ecografia si scontra con i tempi non certo rapidi del Centro unico di prenotazione dove l'attesa per effettuare questo tipo di esami può durare anche un anno. Non esattamente la tempestività adeguata per chi, obiettivamente, non può aspettare né può rivolgersi al settore privato.
La presentazione del nuovo ambulatorio è stata anche l'occasione per festeggiare la consegna della trecentesima dentiera in poco più di due anni, servizio anch'esso destinato a chi non può permettersi di pagare il ticket del servizio sanitario, inarrivabile per chi non ha reddito. Alla Casa della Fraterna Solidarietà le dentiere vengono invece fornite gratuitamente grazie alle donazioni che consentono di acquistare i materiali necessari e al team di odontoiatri e odontotecnici, che dedica tempo e professionalità a questo fondamentale progetto.


Aldo Meloni ha poi fatto il punto sulle altre attività della Casa, a cominciare dalla distribuzione quotidiana a circa cinquecento persone di  alimenti di prima necessità. Un'attività impegnativa che non conosce sosta nemmeno ad agosto, “perchè la fame non va in vacanza”  sottolinea Meloni, e che coinvolge i tanti volontari che prestano la loro opera e i commercianti che donano ogni giorno derrate fresche e di qualità.

 

Una distribuzione che avviene senza richiesta di dati anagrafici al destinatario. Un anonimato che vuole essere una protezione della dignità di chi non è abituato a chiedere e a mostrarsi in stato di difficoltà, di chi in sostanza si vergogna di andare a mangiare nelle mense pubbliche. “Senza contare - ha sottolineato Aldo Meloni - che una famiglia, magari con bambini in fasce, ha difficoltà a recarsi in una mensa e ha il diritto di mangiare a casa sua”.

Altrettanto importante e frequentato il servizio di distribuzione di vestiario che avviene ogni martedì e giovedì feriale dalle 16 alle 18. Abiti per tutte le età, le stagioni e le occasioni, ci sono perfino quelli da cerimonia, e per tutte le taglie, tutti nuovi o in ottime condizioni. E poi accessori per neonati e per la prima infanzia: carrozzine, passeggini fasciatoi, lettini.
Prosegue inoltre il servizio  offerto dal Centro per la tutela dei diritti delle persone in stato di difficoltà, varato lo scorso novembre, che vede all'opera uno stuolo di professionisti - avvocati, commercialisti, consulenti – in grado di aiutare chi, afflitto dal  disagio economico e sociale, non riece ad affrontare problemi burocratici e legali di varia natura.
Un ventaglio di servizi dunque, quello offerto dalla Casa della Fraterna Solidarietà, sempre più ampio e prezioso per la città in un momento di crescita esponenziale delle nuove povertà, che si regge col sostegno di privati cittadini, nonché della Provincia di Sassari proprietaria dei locali dell'ex Questura in cui ha sede la Onlus.


Fra l'altro, come hanno notato sia l'assessore Poddighe sia il direttore della Asl Giannico, l'opera della Casa integra i servizi delle strutture pubbliche in un momento in cui queste sono soggette a tagli e difficoltà finanziarie. Un motivo ulteriore per contribuire con offerte a favore di un punto di riferimento sempre più irrinunciabile per Sassari.


Giova perciò ricordare che si può destinare alla Casa della Fraterna Solidarietà il 5 x mille, indicando nella dichiarazione dei redditti il codice fiscale 02182340907, oppure  effettuare  donazioni dirette presso il Banco di Sardegna, tramite il numero Iban
IT07I0101517203000070041264 o presso la Credem, Iban IT41E0303217200010000000047.

Fraterna Solidarietà: ecografie gratuite per pazienti poveri

Un apparecchio radiologico nella Casa di corso Regina Margherita. Gli odontotecnici hanno realizzato la dentiera numero 300 

SASSARI. Mentre la giungla delle liste d’attesa diventa sempre più copiosa e il Cup viene definito da alcuni Centro Unico di “premorienza”, c’è un piccolo esercito di volontari che continua imperterrito a fare del bene. È la Casa della Fraterna Solidarietà fondata da Aldo Meloni, che ieri mattina ha inaugurato l’ ambulatorio per le ecografie gratuite. Il nuovo studio si aggiunge ai numerosi servizi che l’associazione offre ai tanti indigenti che vivono in città e porta il nome di Marcello Carboni, medico dell’Aou, che ha messo a disposizione un ecografo per le visite. Un servizio indispensabile rivolto a coloro che non avendo risorse economiche adeguate, sono costretti ad attendere anche un anno per una ecografia. D’ora in poi non sarà più così.

 

Perché oltre alla “fortuna” di effettuare un esame gratuito, questi poveri cristi potranno varcare la soglia dell’associazione con un sorriso nuovo di zecca che va a sostituire dentature spesso sgangherate. Aldo Meloni , con il suo staff di uomini generosi, è riuscito a dare il pane e i denti a chi non ce li aveva, festeggiando la consegna della trecentesima dentiera. Un grazie, il direttore della struttura di corso Margherita, lo ha rivolto in particolare all'Andi , all'Aio (rispettivamente associazione nazionale dentisti italiani e odontoiatri) e all’odontotecnico Gavino Dettori , che hanno reso possibile la realizzazione di un ambulatorio dentistico. Il centro, che attualmente è ospitato nei locali dell'ex Questura di proprietà della Provincia, fornisce quotidianamente, una sorta di assistenza alimentare agli indigenti: un numero in costante crescita che al momento si aggira intorno alle 500 unità giornaliere. E lo fa senza chiedere a nessuno la patente di povero, e nemmeno la dichiarazione dei propri dati anagrafici.

 

Tutto avviene in forma anonima perché, afferma Aldo Meloni, “a nessuno, soprattutto se nuovo a una condizione di disagio economico, piace sbandierare la propria identità, richiesta invece da altre associazioni di volontariato. Fatto che spesso impedisce a chi si trova in stato di necessità di chiedere aiuto”. Peraltro, di fronte alla possibilità che qualche furbetto si presenti a ritirare la busta di viveri contenente generi di prima necessità (pane, pasta, latte, yogurt, olio, pelati e altro, a seconda dei giorni e della generosità dei fornitori) senza che sussista realmente un immediato bisogno, Meloni ama citare le parole di Don Bosco, il quale era solito dire: “Lasciatevi imbrogliare dai poveri”. Perché comunque, chi si manifesta allo sportello della Casa della Fraterna Solidarietà, qualche forma di povertà, materiale o spirituale, la vive davvero. Il sostegno a chi versa in difficoltà economica e sociale non si ferma a pane e companatico. L'associazione dispone di magazzini in cui sono stati stoccati abiti per tutte le taglie e le stagioni. Dove chi soffre questo tipo di necessità, può entrare e scegliere un certo numero di capi, un po' come in una boutique, senza passare però alla cassa. C’è addirittura chi ha scelto l’ abito da sposa fra le grucce sistemate in ordine quasi maniacale.

 

Non manca nemmeno l'assistenza legale, psicologica e sanitaria, grazie a un gruppo di esperti che mette gratuitamente a disposizione tempo e competenze. «La crisi porta spesso ad avere una visione distorta delle istituzioni alle quali si chiedono degli interventi, come i ricoveri, spesso legati a difficoltà di integrazione sociale – ha detto il direttore generale della Asl Marcello Giannico – Ben vengano iniziative come queste, perché dare da mangiare ad una persona significa non trovarsela al pronto soccorso. Più servizi come questo ci sono, più l’azienda che dirigo può funzionare al meglio».

 

 

UN ENCOMIABILE GESTO DI GENEROSITA’ E SOLIDARIETA’

L’egoismo spesso, troppo spesso, sconfigge la generosità. Quando la generosità trionfa, è difficile tacere. Almeno per me.

Ecco perché, a titolo personale, e come responsabile della Casa della Fraterna Solidarietà, ringrazio pubblicamente una persona che per festeggiare il suo cinquantesimo compleanno ha organizzato una festa in una discoteca di Sassari.

Niente di straordinario, a tutta prima. Cinquant’anni, con un po’ di ottimismo e stanti le positive peculiarità della nostra terra, possono al più attualizzare il verso dantesco “nel mezzo del camin di nostra vita”, e far formulare il classico augurio “a zentanni”!

E la Casa della Fraterna Solidarietà festeggia la dentiera numero 200

Sassari - «Oggi festeggiamo la 200esima dentiera». Aldo Meloni, presidente della Casa della Fraterna Solidarietà, onlus che nei locali di corso Margherita di Savoia garantisce con i suoi volontari viveri di prima necessità, abiti, giocattoli per i bambini e un nuovissimo servizio per la tutela dei diritti, lo dice subito: «Abbiamo donato 200 sorrisi». Angelo Salvatore Fois può adesso masticare senza problemi. Ed è già pronto Sergio Luiu. Sarà lui il 201esimo, a cui, a breve, sarà restituito il sorriso, ma anche la possibilità, come a tutti gli altri, di ritornare a masticare.

«Si rivolgono a noi anche giovani donne, con difficoltà economiche, per la nostra società "diventate" brutte, perché senza denti, e che erano depresse. Le abbiamo aiutate. 
Hanno ritrovato il sorriso ma anche il lavoro. Una cosa che ci gratifica in modo splendido», dice Meloni.

«Un paio di ani fa ho scoperto che l'Asl non fa dentiere per i poveri! È una cosa che poi al servizio sanitario costa in medicine e problemi di altro tipo, causati dalla cattiva masticazione per esempio», aggiunge Meloni. Dentisti ed odontotecnici sono tutti volontari ed il materiale per realizzare le dentiere viene acquistato dalla stessa onlus, che ricorre ai fondi del 5 per mille ed alle donazioni. (lufo)

A Sassari Un centro per la tutela dei diritti delle persone in difficoltà

Sassari - Non solo il sacchetto della speranza, con i viveri di prima necessità, o abiti e vestiti di tutte le fogge ed i giocattoli per i bambini oppure, ancora, le dentiere per restituire il sorriso a chi lo ha perso o semplicemente ha difficoltà a masticare. La Casa della Fraterna Solidarietà, che con i suoi volontari opera in corso Margherita di Savoia (nei locali dell'ex Questura), propone un altro servizio, rivolto a chiunque si trovi in stato di difficoltà economica e sia ragionevolmente convinto che un suo diritto (in materia di sussidi, pensione, fisco, controversie legali) sia stato negato. Nasce il "Centro per la tutela dei diritti delle persone in stato di difficoltà". Ogni mercoledì, dalle 15,30 alle 17,30, un team costituito da commercialisti, fiscalisti, avvocati ed esperti in sanità ma anche in previdenza forniranno assistenza a tutti coloro che ne faranno richiesta. Basterà chiamare il martedì, tra le 17 e le 18, al numero 0794814482, per prenotare l'incontro.

«Vogliamo dare una mano a chi è meno fortunato, senza burocrazie, senza accidenti», spiega Aldo Meloni, presidente della Casa della Fraterna Solidarietà. «Qua ci sarà un team che ogni mercoledì prenderà nota del diritto negato. Stiamo pubblicizzando questa nuova iniziativa, non solo grazie alla stampa. Andremo infatti in tutti gli uffici pubblici, in tutti i posti dove le persone possono sapere. Qui da noi possono avere una certezza: non ci sono tempi lunghi. Ci saranno solo persone al loro servizio». Con l'ovvia avvertenza che più di 20-30 persone non possono essere ricevute. «Altrimenti non ce la faremo mai», sospira Meloni.

«Per il momento siamo un piccolo nucleo di professionisti, in tutto, per ora, 25», spiega Carlo Sardara, commercialista. «Siamo in attesa di accogliere altri professionisti. Abbiamo il sostegno dei patronati Senas ed Epas, ma siamo aperti anche ad altri patronati».

Il nuovo Centro per la tutela dei diritti delle persone in stato di difficoltà è stato presentato giovedì mattina nella sede di corso Margherita di Savoia. Ha partecipato anche l'assessore provinciale alle Politiche Sociali Daniele Sanna, presente a titolo personale. «Sono rimasto molto colpito da tutte le iniziative portate avanti dai volontari coordinati da Aldo Meloni. Sono venuto qui qualche settimana fa con le funzionarie del Settore Servizi Sociali della Provincia ed ho scoperto quanta sensibilità sia presente. C'è sempre bisogno di dare una mano». E allora ecco l'appello di Aldo Meloni. «Il mio è un auspicio: che questo caseggiato, la nostra casa, diventi il Palazzo della solidarietà. Dicono che ci sono altri edifici, che potrebbero essere messi a disposizione... Ma dove? Allora lancio questo appello alla Provincia (proprietaria della struttura, ndr)». (lufo)

 

 

Il Natale dei Bambini alla Fraterna Solidarietà

E’ Natale anche per i bambini meno fortunati e per chi vive incondizioni di disagio economico. Ed è per questo che ogni anno alla Casa della Fraterna Solidarietà vengono donati una montagna di regali natalizi per i più piccoli. Tutti in fila, trepidanti ed emozionati, decine di bambini hanno varcato la soglia dell’associazione presieduta da Aldo Meloni per ricevere i regali che Babbo Natale ha riservato per loro.

 

Stringono fra le mani, forte forte, le letterine che hanno scritto nelle ultime settimane, con la speranza che quel gioco tanto desiderato non rimanga un sogno. C’è Alessia che non sta più nella pelle quando stringe fra le braccia quel morbidissimo cagnone di peluche che aveva tanto desiderato. Non c’è tempo da perdere. Le volontarie si armano di sorrisi e pazienza e cominciano le danze. È ora di scartare tutti i regali, nuovi di zecca, luccicanti come i pattini che ha ricevuto Fabrizio, otto anni,o la bambola “ballerina” che Carla si è portata a casa. E poi ancora i giochi di società, le tombole, le carte da gioco e una valanga di libri per tutt i gusti. E per i neonati volontari dell'associazione hanno pensato bene che alcune confezioni di pannolini usa e getta e barattoli di omogeneizzato avrebbero fatto contente le mamme e i papà. Occhi stupefatti di fronte a quella montagna di giochi che neanche si aspettavano di vedere. Ehsi,il Natale possiede un potere strano. Riesce a ridare al cuore un battito di pura gioia infantile, nonostante le difficoltà quotidiane.

Una nota di ottimismo viene dal presidente della Casa della Fraterna solidarietà. «Ho la convinzione che proprio i momenti più difficili siano quelli durante i quali si mostra una maggiore sensibilità verso chi si trova in profonda indigenza -spiega Meloni -. Potremmo dire che sono più spesso i poveri ad aiutare i poveri, togliendosi certamente non molto, quello che comunque non cambierà la loro condizione, ma che probabilmente servirà a dare un minimo di conforto a chi ha ancora meno». Ogni anno – sottolineano i tanti volontari - la distribuzione dei doni assume un valore importante nonostante i problemi crescano e gli indigenti in città siano sempre più numerosi. «La sensibilità non deve esserci esclusivamente a Natale - dicono - ma, inutile nasconderlo, è un giorno particolare in cui ci si sente più soli. 

Partiamo dal Natale per creare una nuova speranza che ci accompagni tutto l’anno senza dimenticare i volontari, pilastro dell’associazione che ogni giorno si trasforma in un market della solidarietà. Indossano i gilet della Casa della fraterna solidarietà, uomini e donne, chi già in pensione, chi disposto a trovare un ritaglio di tempo tra lavoro e famiglia, pur di dedicarsi agli altri, pur di fare qualcosa di giusto». E davanti ai sorrisi sdentati degli anziani,che devono fare i conti ogni mese con la pensione
minima e alla fine perdono sempre, o di fronte a giovani madri che trascinano passeggini per mezza città, purdi arrivare allo sportello di corso Margherita di Savoia, questi volontari trovano l'energia per portare avanti un progetto ambizioso: dare da mangiare tutti i giorni ai nuovi e ai vecchi poveri della città, senza chiedere documenti, senza fare firmare nulla. E non solo a Natale. 

Un calcio alla violenza sulle donne

In copertina c’è il portiere Gaelle Thalmann che stringe il pallone al petto, come a dire « qui non si passa ». Ha la bocca spalancata Gaelle, sta gridando comefa sempre ull’erbetta quando incita le sue compagne. Ma questa volta il suo è un urlo diverso, perché rappresenta quello di tutte le donne al centro del mirino: vittime di violenza, colpite dalla furia di ex mariti o compagni che le umiliano, le feriscono, spesso leuccidono. Comincia così il calendario in bianco e nero delle ragazze della Torres femminile, campionesse di calcio di serie A e donnecometante, che davanti all’obiettivo di Bruno Haver hanno mostrato muscoli e sguardi fieri. È un calendario contro la violenza sulle donne, contro il femminicidio e gli abusi che le donne sopportano soprattutto tra le mura domestiche. Colpa degli uomini, capaci di passare in un amen dall’amore all’odio accecante, e problema di tutti, uomini e donne,della società intera. Il calendario simboleggia la volontà di non restare in silenzio, per essere « Mai più complici » della violenza di genere. Dietro questa iniziativa ci sono tante donne.

L’idea è di Maria Grazia Pisutu, presidente dell’associazione sassarese “ Mode e talenti ”. E a sposarla sono state le donne di “ Se non ora quando ”,quelle che da tre anni riempiono le piazze,organizzano dibattiti ed eventi per dire che la parità dei diritti non deve restare un proposito da scrivere nelli brode i sogni,ma va conquistata ogni giorno. E il rispetto verso le donne è il primo passo per ottenerla. Per questo “ Se non ora quando ” ha chiamato in causa lo sport, rivolgendosi alle calciatrici della Torres femminile.

Il risultato è un bel calendario, ricco di immagini forti. Come quella di gennaio,in cui la modella con la coda di cavallo solleva un peso come se fosse una piuma: simboleggia la forza, ma anche la fatica che le donne ogni giorno sono abituateasopportare.O quella di novembre, dove le foto modelle sono tre e tutte insieme tirano una corda: donne forti, ma anche unite, solidali. E capaci di difendersi, di tirare fuori le unghie: a marzo ecco la modella,occhi trucca ti di scuro, rossetto chiaro quasi bianco, che mostra i guantoni. Altre due, a febbraio,fanno braccio di ferro: sono donne pronte a combattere. E a gioire quando vincono, in un campo di calcio e nella vita di tutti i giorni.

Il calendario sarà presentato oggi alle 10.30, al Liceo scientifico “ Marconi ” invia Solari, davanti a tanti studenti, ragazzi e ragazze. Insieme alle protagoniste ci saranno il fotografo Bruno Haver (titolare della Team video system), il presidente della Torres femminile Leonardo Marras, rappresentanti di “ Se non ora quando ” e “ Moda e talenti ”. E poi ci sarà Aldo Meloni, presidente della “ Casa della Fraterna solidarietà ” di Sassari, a cui andrà ilricavatodellevenditedelcalendario. L’associazione, che ogni giorno distribuisce viveri evestitiallefamiglieindifficoltà, è stata scelta dalle donne che dicono no alla violenza e sono pronte a mettersi in gioco per aiutare chi ha bisogno.

In città arrivano gli avvocati dei poveri

Aldo Meloni lo ripete a gran voce: il servizio è rivolto «a chiunque si trovi in stato di difficoltà economica e sia ragionevolmente convinto che un suo diritto sia stato negato». Un requisito ad ampio raggio per un sostegno importante. Ieri mattina alla Casa della fraterna solidarietà di corso Margherita di Savoia il presidente Meloni ha presentato la nuova attività che si chiamerà “Centro per la tutela dei diritti”. Un pool di professionisti – avvocati, fiscalisti, commercialisti, esperti di pratiche Inps, impiegati della Asl e altri – una volta alla settimana si metteranno a disposizione per sbrigare in tempi rapidi ogni esigenza delle persone in stato di difficoltà che troppo  spesso vengono lasciate allo sbando per colpa della burocrazia.

 

«Qui troveranno una porta aperta – spiega Aldo Meloni – chiunque abbia un diritto reale potrà chiamare il martedì dalle 17 alle 18 al numero del nostro centralino 079.4814482 per la prenotazione. Mentre il servizio sarà operativo nella sede di corso Margherita tutti i mercoledì dalle 15.30 alle 17.30». Le materie sono le più svariate: sussidi, pensione, salute, fisco, controversie legali e altro ancora. Prima l’utente espone il problema, il passo successivo è il contatto telefonico di Meloni con il professionista competente – che eventualmente potrà anche convocare nel suo studio l’interessato – per arrivare infine alla soluzione del problema saltando tutti quegli intoppi burocratici chesi incontrano in situazioni di questo genere.

Il presidente della Casa fraterna solidarietà ha fatto sua un’esigenza manifestatagli più volte dalle centinaia di persone che ogni giorno fanno la fila fuori dal portone della struttura per ricevere i sacchetti della spesa. «Sapete qual è la frase più ricorrente? – ha spiegato Aldo Meloni – :“Mi butto da ponte Rosello”».

La disperazione si fa largo nell’animo di chi è già costretto a vivere una condizione pesante di indigenza, figurarsi se a questo devono pure aggiungersi le lungaggini burocratiche – con spese annesse – per sbrigare pratiche o avere un consiglio su come risolvere una data questione. E tutto ciò ha un solo nome: diritto negato. Il servizio verrà ora pubblicizzato un po’ in tutta la città perché più persone ne vengano a conoscenza e possano quindi usufruirne.


Intanto il pool di professionisti – al momento sono già 25 – lancia l’appello: «Chiediamo che altri colleghi aderiscano e ci diano unamano. Più siamo e più efficiente sarà il Centro per la tutela dei diritti». Un servizio che si aggiunge a tutte le straordinarie attività che volontari e volontarie ogni giorno – e per tutto il giorno – svolgono per aiutare le tante persone in difficoltà. Dagli abiti, al cibo, ai giochi, al sostegno morale. Poi ci sono le parole di Aldo Meloni: «Faremo in modo che questa Casa diventi il gioiello della città ».Edè sulla buona strada.

 

Nadia Cossu - La Nuova Sardegna

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Nasce il " minimarket " della solidarietà

SASSARI. È un piccolo alimentari, senza insegne e senza vetrine, dove la merce non ha prezzi e i clienti possono fare la spesa tutti giorni senza pagare. È il minimarket della solidarietà, nato per chi si trova in difficoltà, ma per vergogna non ha il coraggio di rivolgersi alla Caritas o ai Servizi sociali. Chiunque, nel più totale anonimato, può avere pane, latte e altri generi alimentari.

La nuova iniziativa benefica dell'associazione onlus  " Casa della fraterna solidarietà ", che sarà operativa da domani in corso Angioy 16, è stata presentata ieri mattina nella sede della Fondazione Divina Provvidenza, in piazza Sant'Agostino. Il presidente Aldo Meloni, davanti a una platea di circa 200 persone, ha spiegato come è nata l'idea del " Sacchetto della solidarietà ". " L’emergere di nuove povertà - ha detto Meloni -, che si sommano drammaticamente a quelle esistenti, ha toccato profondamente l'animo di un gruppo di persone, spingendole nei mesi scorsi a costruire un'associazione, con l'obiettivo di dare sollievo alle necessità primarie di vecchi e nuovi bisognosi. In via Angioy verranno distribuiti quotidianamente pane, latte e altri generi alimentari a lunga conservazione, a chiunque si presenti, consentendo ai bisognosi di consumare quanto ottenuto nell'intimità delle proprie abitazioni.

Ovviamente a nessuno saranno richiesti il nome, la ragione del bisogno o le sue idee. Si vuole evitare che il comprensibile pudore produca digiuni silenziosi, a volte drammatici ". Aldo Meloni ha ricordato Emre, il clochard trovato morto alcuni giorni fa ai giardini pubblici, e la giovane donna che si lasciò morire nel suo appartamento: " Il suo frigorifero fu trovato vuoto ". L'attività dell'associazione è nata anche perché non si ripetano più drammi del genere. Trenta volontari, coordinati da Gigi Noce, si daranno il cambio per tener aperto lo sportello dello  " spaccio " 2 ore al giorno (dalle 9 alle 11), dal lunedì al sabato. I soci fondatori dell'associazione sono, oltre ad Aldo Meloni, Leonardo Tilocca, Antonello Cesaraccio, Piero Delogu, Gianfranco Favini, Settimo Romolo Tilocca e Carlo Sardana. " tra le società che hanno già deciso di dare il loro contributo per tenere in vita la struttura - ha spiegato Meloni - ci sono Cesaraccio per il pane, Murgia per il latte e Cellino per la pasta.

La Cobec Sisa fornirà regolarmente derrate alimentari, Nonna Isa farà donazioni periodiche, la Daf donerà i prodotti Danone, la ditta Auzzas quelli Parmalat. Il Banco alimentare ci ha garantito che ci farà avere una quota dei viveri della Comunità Europea ". Il direttore della Caritas diocesana monsignor Francesco Soddu, ieri ha benedetto il " minimarket " della solidarietà: " questa è un'opera benemerita. È fondamentale che ci mettiamo in rete per lottare contro tutte le povertà ".

Mense dei poveri " aperte " per ferie

Caritas, un pranzo per settanta indigenti in via canopolo

SASSARI. C’è chi il capodanno lo passerà in famiglia, chi in piazza d’Italia con amici. Altri sassaresi, più fortunati, stanno per salutare l’ultimo giorno del 2007 in qualche capitale straniera. In città, però, c’è chi ha poco da festeggiare. Sono i nuovi e i vecchi poveri, quelli che vivono nell’incertezza tutti i giorni dell’anno. Grazie alla Caritas e alla Casa della fraterna solidarietà, anche i meno fortunati però, potranno passare un capodanno sereno. La Caritas diretta da don Francesco Soddu, in collaborazione con il volontariato vincenziano, come ogni anno ha organizzato il pranzo di capodanno per i poveri. Nei locali della mensa di via Canopolo, infatti, è stata allestita una tavolata per una settantina di persone. Il pranzo è offerto dalla Banca di Sassari. Chi vive in condizioni di disagio economico, avrà la possibilità di fare la spesa " gratis " nello sportello della Casa della fraterna solidarietà, in corso Angioy.

Così com’è avvenuto il 24 dicembre scorso, i volontari dell’associazione confezioneranno sacchetti della spesa, con pane , pasta, pelati e con tutti gli altri prodotti disponibili, e li distribuiranno a chi ne farà richiesta. Tutto questo avverrà, come sempre, nel rispetto totale dell’anonimato dei richiedenti. A nessuno verrà chiesto nulla. Alla vigilia di Natale, i volontari avevano consegnato 450 buste ad altrettante famiglie. Una cifra che aveva spazzato via tutti i record del minimarket dei poveri. Per stamattina è atteso un altro " assalto "e per questo l’associazione non si farà trovare impreparata. " Per quanto riguarda il pane — spiega il presidente Aldo Meloni — la nostra autonomia è di 350 buste. Ma in ogni caso, i volontari confezioneranno i pacchetti fino a esaurimento delle altre scorte. Verranno distribuiti anche pandori e panettoni. Anche l’ultimo giorno dell’anno non facciamo mancare il nostro sostegno alle persone meno fortunate ".

Medici è artigiani gratis per i poveri

La Nuova Sardegna

Nasce il centro di ascolto e di sostegno della Casa della fraterna solidarietà

Sassari. Hanno iniziato consegnando buste di generi alimentari alle persone indigenti. dopo il primo anno di attività, e 80.000 sacchetti distribuiti, i volontari della Casa della fraterna solidarietà ieri mattina hanno inaugurato il Centro di ascolto e sostegno: un servizio che renderà la vita meno difficile alle persone bisognose.

12 volontarie saranno a disposizione di chiunque si presenti, ascoltando le problematiche individuali, e si adopereranno per risolverle o alleviarle, anche con l’aiuto di psicologi, medici specialisti, avvocati, commercialisti, artigiani e altre figure professionali che dovessero essere necessarie. Le volontarie saranno presenti nel centro di ascolto il martedì e il giovedì, dalle 16 alle 18, nei locali di via Padre Taddei 5, a poche centinaia di metri dal " minimarket dei poveri " .

I responsabili della Casa della fraterna solidarietà hanno messo in piedi una rete di professionisti e artigiani, in grado di risolvere tutti problemi. Per esempio, chi ha bisogno di un passeggino per il proprio figlioletto, e non può permetterselo, può rivolgersi al centro di ascolto. Le volontarie, grazie ai circa 300 donatori  " attivi ", nel rispetto totale dell'anonimato del richiedente, si muoveranno per cercare l’oggetto richiesto e in poco tempo lo consegneranno. Si tratta, in ogni caso, di oggetti usati, ma perfettamente funzionanti. Ma le richieste possono essere di qualsiasi natura: non solo oggetti o capi d'abbigliamento.

Chi ha bisogno di un falegname, di un elettricista o di un idraulico per una riparazione in casa, non dovrà fare altro che richiederlo. Chi alla necessità di una visita specialistica, avrà a disposizione dentisti, chirurghi, oculisti, ginecologi, neurologi. Chi, invece, non può permettersi un avvocato per questioni legali, un commercialista per risolvere problemi burocratici, potrà rivolgersi ai professionisti che si sono messe a disposizione della spazio Casa della fraterna solidarietà. Tutti questi servizi sono assolutamente gratuiti. Chiaramente, il centro di ascolto e di sostegno e rivolto solo a chi ha una reale necessità.

" Chi si rivolge al centro unico di prenotazione per la Asl per una visita specialistica deve aspettare per almeno sei mesi - ha spiegato Aldo Meloni, presidente della Casa della fraterna solidarietà -, Chi ha i soldi, si rivolge a un privato e risolve il problema. Chi è povero, non può fare altro che aspettare e soffrire. Ora anche chi è in condizioni di indigenza, può sottoporsi a una visita medica specialistica, senza attendere i tempi biblici della sanità pubblica ". Il centro di ascolto sarà operativo ufficialmente da martedì, nei locali messi a disposizione dalla fondazione Divina provvidenza. Sede che, però, futuro potrebbe non essere più disponibile. Per questo l'associazione ha già rivolto un appello all'amministrazione comunale.

"Ci siamo resi conto della necessità di attivare questo servizio - ha concluso Aldo Meloni - grazie all'esperienza con il supermarket dei poveri. In molti, infatti, ci chiedevano aiuti di altro genere che, fino a oggi, non eravamo in grado di dare. Ora, finalmente, le cose sono cambiate. Fare del bene fa bene a chi lo fa, e noi siamo qui per questo ".

Un bancomat per i più poveri nella Casa della solidarietà

Uno sportello aperto tutti i giorni che regala la busta della spesa. Pane, pasta, pomodori, frutta e verdura. Accompagnati dal sorriso di uno dei volontari addetti alla distribuzione. Non occorre il bancomat per prelevare. E neppure è necessario fornire le proprie generalità, perché la carità è paziente e benigna, ma anche discreta. E’ la Casa della fraterna solidarietà, che in corso Angioy 16 dalle 9 alle 11 di tutti i giorni (ma proprio tutti visto che è rimasta aperta anche a ferragosto) distribuisce la spesa a chi si presenta.

 

La media di 350 buste è salita a 450 nei giorni festivi costringendo l’associazione Onlus a cercare nuovi donatori e altri volontari per confezionare i pacchi alimentari. L’ideatore della Casa della fraterna solidarietà è Aldo Meloni, che ci tiene a specificare le finalità dell’associazione: " Non vogliamo sostituirci a nessuno, ma siamo complementari a chi si occupa dei poveri. Purtroppo le istituzioni politiche non si sono rese conto bene di quello che sta succedendo a Sassari. I poveri sono in aumento. Noi serviamo circa mille famiglie al mese e il trenta per cento sono composte da nuovi poveri. Il nostro punto di forza è che non schediamo nessuno, non chiediamo il nome o i motivi ". E siccome non di solo pane vive l’uomo, la Casa della solidarietà offre anche servizi. Sempre gratuiti. Vale per l’avvocato come per l’idraulico, per il dentista come per l’elettricista. "

 

Da un mese e mezzo abbiamo aperto il Centro di ascolto e sostegno. Il martedì e il giovedì una decina di volontarie, quasi tutte ex insegnanti, raccolgono le richieste. Senza chiedere il nome a chi si presenta ". Alla vigilia di Natale l’associazione ha pensato anche ai bambini poveri. Si sono presentati in 150, accompagnati dalle mamme, per ritirare i giocattoli. E hanno anche potuto fare un giro gratis nel trenino turistico. " La gioia dei bambini è stata la migliore ricompensa e il miglior incentivo per quello che facciamo ".

Una montagna di giocattoli per i bambini poveri

In 250 hanno ricevuto i regali raccolti da Rotary e Casa della fraterna solidarietà

SASSARI. Babbo Natale quest’anno è passato in via Padre Taddei. Domenica scorsa, oltre 250 bambini bisognosi, accompagnati dalle loro mamme, hanno avuto in dono un gioco e una confezione di dolci e caramelle. I volontari della Casa della fraterna solidarietà, infatti hanno distribuito la " montagna " di giocattoli raccolti nelle ultime settimane. Negli altri locali dell’associazione, in corso Angioy, il giorno di natale sono stati distribuiti 450 sacchetti della spesa.

La distribuzione dei giochi, fatta in collaborazione con il Rotary Club Sassari Silki, è stata fatta domenica scorsa a partire dalle 10, nella sede del centro di ascolto e di sostegno, dell’associazione Onlus, che da oltre un anno distribuisce buste di generi alimentari a centinaia di bisognosi. Fin dalle 9.30, oltre 50 persone erano in attesa davanti all’ingresso del centro. I volontari hanno aperto in anticipo dando il via all’ "assalto"degli oltre 250 piccoli che, nel corso di circa 3 ore, hanno quasi azzerato la montagna di giocattoli (per la maggior parte raccolti dai rotariani) e quella ancora più imponente di dolciumi vari. Dal centro di ascolto, inoltre, per tutta la mattina è rimasto a disposizione il trenino turistico, che ha portato in giro per la città i bambini lunedì scorso, giorno della vigilia, alla consueta distribuzione di generi alimentari è stato " sgretolato " il precedente record. " I volontari erano preparati a un aumento delle richieste e tutti i donatori erano stati sensibilizzati – ha detto Aldo Meloni, presidente dell’associazione –.

Ma mai avrebbero immaginato che nel corso di poco più di due ore si sarebbero presentate oltre 450 persone. A quota 350 il pane era terminato. Per fortuna erano disponibili più scorte, grazie alla generosità dei soliti donatori e di molti cittadini, e tutti hanno potuto portare a casa frutta, verdura, yogurt, latte, pasta, pelati e altro ancora. I nostri timori si stanno rivelando sempre più una triste realtà. E’ stato sufficiente affiancare alle associazioni già operanti in città una nuova struttura che non chiede di sapere “chi sei, perché hai bisogno, quali sono le tue idee”, per assistere all’emersione anche dei nuovi poveri. Il Centro d’ascolto e di sostegno di via Padre Taddei sta disvelando realtà diametralmente opposte all’attuale clima natalizio. È indispensabile l’aiuto e la condivisione dei cittadini. La Casa della Fraterna Solidarietà è di tutti coloro che donano e di coloro che ricevono " .

l'assalto silenzioso al market dei poveri

La Nuova Sardegna

In cinque mesi sono stati consegnati 33mila sacchetti della solidarietà

 

SASSARI. Sono passato due mesi, da quando il market dei poveri ha aperto i battenti in corso Angioy. E da allora, per sei giorni alla settimana,40 volontari distribuiscono ai poveri buste della spesa piene di generi alimentari: pane, pasta, pelati, yogurt. Dal 23 ottobre al 31 marzo sono stati consegnati 32.650 sacchetti, in media 240 al giorno.

I soci volontari della Casa della fraterna solidarietà nei giorni scorsi hanno approvato il primo bilancio, relativo agli ultimi mesi del 2006. Ma per avere un'idea di quanto ha fatto l'associazione, e di quanti sassaresi vivano in condizioni di indigenza, il periodo preso in considerazione per le prime statistiche è stato esteso fino al 31 marzo 2007. In totale i volontari hanno aperto lo sportello di corso Angioy 16 per 136 giorni. Dal lunedì al sabato, dalle 9 alle 11, sono stati consegnati 32.650 sacchetti della solidarietà (240 ogni 2 ore). In totale sono state distribuite quasi diciannove tonnellate di pane, undici di pasta, cinque di frutta e verdura, quasi tre di riso, oltre ottomila barattoli di pelati, settemila litri di latte, quattordicimila confezioni di yogurt, e 1500 tubetti di maionese, undici mila brick di succhi di frutta e oltre tremila confezioni di biscotti. Ogni giorno vengono consegnate 240 buste, ma i " clienti " dal market dei poveri sono molti di più.

Non tutti, infatti, si presentano quotidianamente. Questo significa che i sassaresi che fanno ricorso allo sportello della solidarietà sono tantissimi. Probabilmente almeno un migliaio. In corso Angioy viene garantito l'anonimato degli indigenti. I volontari, infatti, non chiedono documenti e non fanno domande ai bisognosi. Consegnano le buste e un sorriso, e tutto finisce lì. Chi non ha il coraggio di rivolgersi alle istituzioni  " storiche " per ottenere un po' di cibo, a molte meno difficoltà a farlo a Casa della fraterna solidarietà. I volontari, però, devono fare i conti, giorno per giorno, con la carenza di generi alimentari. " purtroppo il latte è affluito in modo insufficiente - spiega Aldo Meloni, presidente dell'associazione -, probabilmente per la nostra incapacità di sensibilizzare il monopolista regionale, la 3A di Arborea.

La gamma dei prodotti offerti è inadeguata ai bisogni dei poveri. Olio, scatolame vario, zucchero, legumi secchi, alimenti per l'infanzia e altro ancora sono assenti dai nostri scaffali, con conseguente frustrazione da parte dei volontari operativi, che non possono esaudire le richieste degli indigenti. E la sensazione di impotenza si aggrava quando a fare le richieste sono giovani madri, accompagnate dei loro piccoli " .   L'associazione sta lavorando molto per coinvolgere i produttori per la grande distribuzione. Oltre ai tre panificatori (Cesaraccio, Calvia e Ballarini) che non fanno mai mancare il pane quotidiano, la Sisa-Cobec dà un importante contributo. " npurtroppo abbiamo dovuto prendere atto della dichiarata impossibilità tecnica di Auchan - continua Meloni -, non solo per le donazioni di merce lontana dalla scadenza, ma anche di quella ormai prossima all'eliminazione.

La catena Multimarket ci ha concesso un piccolo spazio per accogliere le offerte alimentari della propria clientela. La nostra attività è sostenuta anche dalla concessionaria Danone, che non fa mancare lo yogurt. Determinante, inoltre, è il contributo del Banco alimentari per il Nord Sardegna  ". Oltre alla necessità di trovare nuove fonti di approvvigionamento, l'associazione vuole poter offrire ai poveri capi d'abbigliamento e cure dentistiche. Ma per questo sarebbero necessari locali più grandi e confortevoli.  " non abbiamo lo spazio - conclude Aldo Meloni -, quello che ci ha messo a disposizione la Divina provvidenza è sufficiente per lo sportello della solidarietà. Noi continuiamo a confidare che il Comune o privati cittadini ci diano un aiuto per risolvere anche questo problema.

 

L’assalto silenzioso al market dei poveri

La Nuova Sardegna

Oltre duecento indigenti hanno chiesto la busta della solidarietà

 

SASSARI. Si sono presentati anziani, famiglie con bambini al seguito, persone sole, tutti con l'incredulità stampata sul volto. I volontari pensavano di consegnare al massimo un centinaio di buste di generi alimentari. Ma ieri mattina, giorno inaugurale del " minimarket " della solidarietà, in corso Angioy 16, in appena 2 ore sono stati consegnati ben 225 sacchetti una cifra enorme, che dà la misura di quante persone in città vivano in condizioni di disagio.

 

I volontari dell'associazione Casa della fraterna solidarietà hanno aperto lo sportello alle nove del mattino. Dopo meno di un'ora il pane era già finito. Una chiamata al panificio Cesaraccio, e in pochi minuti sono stati inviati altri tre gesti di panini. I " clienti ", nuovi e vecchi poveri della città, sono rimasti senza parole, con le buste bianche in mano, e nessun documento da firmare, nessuna domanda a cui rispondere. I sacchetti di generi alimentari, con pane, pasta, latte e pelati, sono stati consegnati a tutti e in forma assolutamente anonima. Oltre ad anziani e persone sole, allo sportello di corso Angioy 16 si sono presentati interi nuclei familiari. In quel caso, le buste sono state " arricchite " con biscotti, merendine e quant'altro. " Avevamo il sospetto che potessero arrivare molti bisognosi - ha spiegato Aldo Meloni, presidente dell'associazione di volontariato -, ma i numeri sono molto più alti di quanto potessimo immaginare. Noi non ci siamo fatti trovare impreparati, ma per tenere ritmi così elevati, sarà necessario che i supermercati della città diano un contributo maggiore, in particolare quelli che ancora non hanno dato la loro adesione. Molto spesso, prodotti che stanno per scadere, ma ancora buoni, vengono eliminati dagli scaffali dei supermercati, e vengono di fatto buttati. Noi, quegli stessi prodotti, potremmo consegnarli ogni giorno ai poveri che si rivolgono al nostro sportello. È necessario che tutti diano il loro contributo ". Per ora l'associazione opererà nei locali di corso Angioy, messi a disposizione temporaneamente dalla Fondazione Divina Provvidenza. Se l'amministrazione comunale, che per ora non ha contribuito in alcun modo, in futuro riuscisse a offrire locali più spaziosi, l'associazione potrebbe lavorare meglio e in condizioni migliori, e fare anche la raccolta di abiti usati da consegnare ai bisognosi. L'associazione attende risposte da alcuni produttori, per quanto riguarda il latte e altri generi alimentari. " Donazioni che incidono in modo irrilevante nel bilancio delle aziende – conclude Meloni - ma che potrebbero risolvere i problemi quotidiani, spesso di sopravvivenza, per tanti poveri della città ".

 

La solitudine nella città chiusa per ferie

SASSARI. negozi e bar chiusi, città deserta, vicoli silenziosi. Sassari città turistica abbassano le saracinesche il 15 agosto. È l'altro Ferragosto. La città rimbomba e chi non si può spostare è costretto a restare barricato in casa. Il rumore festante, di Brindisi per i Candelieri e l'assalto dei " centomila " ,  per un giorno hanno coperto il silenzio della solitudine estiva e dopo la grande Faradda Sassari si è svegliata spopolata.

La frenesia per i preparativi dei Candelieri ha fatto passare in secondo piano la condizione di disagio dell'interminabile estate di chi è solo, mentre l'assessorato ai Servizi sociali del Comune si prepara a dare il via, a settembre, a un censimento della popolazione che risiede nelle varie case di riposo o cura della città, " per poter lavorare meglio ", spiega l'assessore Cecilia Sechi. Nessuna iniziativa per anziani e indigenti, che oggi troveranno sbarrati anche i cancelli dei luoghi che di solito li accolgono. Chiusa nel giorno della festa dell'Assunta la mensa della Caritas, che ieri ha fornito doppia razione ai circa cinquanta ospiti che ogni giorno siedono ai tavoli accoglienti dallo stabile di via Rolando, in una struttura che negli ultimi tempi ha fatto i salti mortali per garantire il servizio, con le cucine chiuse per ristrutturazione da dodici giorni. Perché fame e bisogno non vanno mai in ferie e, anzi, in estate si fanno sentire in maniera ancora di più pesante. "Ci siamo organizzati con i cestini - spiega Luciano Azzu, uno dei responsabili della struttura - distribuendo, per ciascun pasto,quattro panini imbottiti, dolce e frutta ad uno dei nostri ospiti. Ieri, in vista della chiusura ferragostana, abbiamo consegnato due cestini a testa, in modo da garantire un pasto anche per oggi ". Ormai conclusi i lavori di messa a norma dell'impianto elettrico, che hanno imposto lo stop all'attività, i fornelli torneranno a essere operativi e a sfornare pasti caldi a pieno regime a partire da domani. Chiusa anche la Casa della fraterna solidarietà, in corso Angioy, che ogni giorno distribuisce scorte di pane e generi alimentari. " Oggi è chiuso perché non c'è panificazione - spiegano i responsabili -. L’ attività ripartirà regolarmente domani, mentre ieri è nato distribuito pane in più, latte, pasta, riso, yogurt " E domani l'attività della struttura di volontariato riprenderà con maggiore serenità, dopo la donazione dei seimila euro raccolti da un gruppo di dipendenti dell’Inps, che consentirà di acquistare una fornitura di latte e pelati utile per venti giorni. Per gli anziani prigionieri della città deserta, rimane sempre attivo il numero verde dell’Auser-Filo d'argento (800 995988), e da sabato, per iniziativa della stessa associazione, prenderà il via il ciclo di feste " Nonni al chiaro di luna ", nel cortile dell'associazione, in via Tintoretto. Infine, oggi rimarrà chiuso anche il Cepas Auser, in largo Monache Capuccine, punto di riferimento pomeridiano per anziani ed extracomunitari. Archiviata questa giornata, i sei volontari dell'associazione torneranno ad animare le giornate delle case per anziani di San Pietro e della Divina Provvidenza, dove tutti i martedì e mercoledì organizzano feste ed attività di intrattenimento.

In città si diffondono iniziative di solidarietà promosse da laici

Padre Manzella Oggi

“ noi cosa dobbiamo al povero? Generosità sconfinata e amore ardente per la sua salute dell’anima e del corpo”

P. Manzella (La Carità, XI, 1933)

La mattina del 21 ottobre scorso mons. Francesco Soddu, direttore della Caritas diocesana di Sassari, nella cappella della Casa Divina Provvidenza, svolgeva il rito di benedizione degli astanti, inaugurando in tal modo la Casa della Fraterna Solidarietà. L’incontro, partecipato dai promotori dell'iniziativa, dai volontari che avrebbero assicurato il servizio e da un numero considerevole di invitati, ebbe inizio con una breve ma toccante relazione presentata dal dr. Aldo Meloni, presidente dell'associazione di volontariato. I soci fondatori sono tutti uomini, mossi dall'unico fine di offrire ai bisognosi della città un sacchetto contenente l'indispensabile per potersi sfamare almeno per una giornata. Il “ market dei poveri”, situato in alcuni ambienti alquanto ristretti in corso Angioy 16, è stato messo a disposizione temporaneamente dalla fondazione Casa Divina Provvidenza, dalla mattina del giorno 23 ottobre, giorno di apertura, si presentano ogni mattina (il servizio viene erogato tutti i giorni, esclusa la domenica, dalle ore 9 alle ore 11) specialmente da volontarie, almeno trecento dei nuovi e vecchi poveri della città. A ciascuno i volontari con gentilezza e con un sorriso consegnano il sacchetto di generi alimentari, con pane, pasta, latte e pelati. Ciò che colpisce maggiormente gli stessi indigenti è il fatto che alla casa della fraterna solidarietà non vi è da esibire nessun documento né vien chiesto di depositare la propria firma. La prassi instaurata dai promotori di questa provvidenziale iniziativa è quella di conservare l'anonimato di coloro che si presentano, come anche di non indagare sulle cause che portano i bisognosi a chiedere la busta, né tantomeno di inquisire sulle loro idee politiche o religiose. Questo totale rispetto della privacy rende soddisfatti coloro che con modestia e silenzio chiedono aiuto allo sportello di corso Angioy, specialmente anziani che percepiscono la pensione minima. Altra nota di pregio è che al market dei poveri non vengono fatte distinzioni, e, se tra i 200 bisognosi, che si presentano, ce ne sono 50 fittizi, poco importa: 150 avranno da mangiare. Nei primi due giorni di attività sono state distribuite rispettivamente 225 e 205 buste e nelle settimane successive il numero dei sacchetti distribuiti oscilla tra i 280 e 330. Cifre enormi che stupiscono tutti, sorprendono agli stessi operatori, i quali pensavano di poter consegnare al massimo un centinaio di busta al giorno. Tanto è vero che i primi giorni, a metà del lavoro è terminato il pane. È stato necessario, allora, ordinare altre ceste dal panificio Cesaraccio (uno dei soci fondatori dell'associazione). E alla fine tutti hanno avuto la loro spesa al completo. Attraverso il numero degli indigenti che quotidianamente si presentano a ritirare la busta al punto di solidarietà in corso Angioy, si ha la misura di quante persone in città vivano in condizione di disagio, senza considerare il degrado di vita degli immigrati, di numerosi sbandati e dei senza fissa dimora. È vero che la chiesa diocesana, attraverso la caritas, in tantissimi casi interviene, ma le urgenze sono numerosissime e complesse, nonostante esistano un osservatorio dalla povertà della caritas, e le tante iniziative legate ai gruppi delle vincenziane, alle mense, all'ostello per uomini e alla casa per donne. È necessario un maggior coinvolgimento di donatori di generi alimentari, il vestiario e quant'altro possa essere utile per un'autentica opera di carità, premessa indispensabile per la promozione umana delle persone. Applaudono alla richiesta del dr Aldo Meloni, pubblicata sul quotidiano locale il 25 ottobre passato. “ è necessario che le catene dei supermercati diano loro contributo - scrive il presidente dell'associazione di volontariato - e in città ce ne sono tanti. Moltissimi prodotti vengono buttati a pochi giorni dalla scadenza, se li dessero alla nostra associazione potremo sfamare tantissimi poveri della città”. Quanto suggerito dal dr. Meloni, si è verificato in modo encomiabile l’ultima domenica di novembre presso il Supermarket “Cortesantamaria”. Analizzando la recente iniziativa della Casa della Fraterna solidarietà, ho fatto alcune riflessioni che mi hanno portato indietro di un secolo e mezzo fa e che mi hanno messo a confronto le condizioni della povera gente di oggi con quella dell'inizio del XX secolo, quando P. Manzella, con l'aiuto fattivo di uomini di fede e delle dame di carità, da lui personalmente formate, si prodigava nel far sorgere in città il Rifugio Gesù Bambino per raccogliere bimbe abbandonate (1908), la Casa Divina Provvidenza per i Cronici derelitti (1909), l’Istituto dei Sordomuti (1911), l’Istituto dei Ciechi (1912), la Casa dei Santi Angeli (1927), numerosi asili nonché le visite ai poveri a domicilio e visite ai carcerati, l'assistenza alle ex-prostitute. Ancor prima che arrivasse il Manzella nell'isola, alcuni uomini sentirono l'ispirazione di prodigarsi a favore di diverse categorie di persone. A Sassari veniva istituito il Regio Orfanotrofio delle Figlie di Maria per iniziativa di Vittorio Pilo-Boyl, marchese di Putifigari (1832). Per soccorrere i trovatelli della città e dare un minimo di istruzione e di mestiere, sorgeva l’Ospizio Maschile di S. Vincenzo(1858), ad opera di eminenti figure del mondo cattolico sassarese, quali Carlo Rugiu, che fu il principale promotore, mons. Marongio Delrio, futuro arcivescovo di Sassari, l'arcidiacono Deliperi e la signora Marietta Sechi. Al soccorso degli anziani si era provveduto con l'istituzione del Ricovero Regina Margherita, fondato nel 1870 da comitato di 35 cittadini. Le situazioni di grave disagio e degrado esistevano allora come al presente; sicuramente oggi, considerate le grandi mutazioni sociali, la presenza degli immigrati e le condizioni di vita sempre più precarie sono ancor più drammatiche. Per un più diretto confronto riporto tre casi emblematici ed eclatanti: uno degli anni ‘20 del secolo scorso e gli altri due dei nostri giorni. Si legge in una relazione del 1929 scritta dall'allora presidente della Casa Divina Provvidenza Maria Zirolia Pittalis: “Già Da Tempo Le Signore della Conferenza della Carità di Sassari nelle visite domiciliari ai poveri della città avevano constatato con dolore l'abbandono in cui molti casi venivano lasciati i più disgraziati che erano colpiti da malattie incurabili, senza il necessario, senza assistenza alcuna. Tra gli altri una di quelle infelici fu trovata carbonizzata nella stamberga in cui si era rifugiata, perché il fuoco del braciere cui si riscaldava si era appiccicato alle sue vesti”. In questi ultimi anni ha fatto grande scalpore la notizia di una signora trovata morta di inedia nel suo appartamento, posto in un palazzo del Quartiere di Monte Rosello. Altro episodio drammatico comunicato da mons. Soddu: “Un bambino stava piangendo e la mamma pensava avesse mal di pancia, quando è andato a controllarlo ha scoperto che un topo gli stava rosicchiando le dita dei piedi”.possiamo rimanere insensibili di fronte a questi tristi fatti? L’attività della Casa della Fraterna Solidarietà è senz'altro necessaria e richiede il contributo di molti sia come volontari sia come donatori. Ma altre opere dello stesso genere o con altra impostazione dovranno sorgere per arginare il disagio e le gravi situazioni in cui versano tanti nostri fratelli.

Il minimarket dei poveri resta aperto per ferie

La Nuova Sardegna

In agosto aumentano le richieste, in nove mesi distribuite 60mila buste della spesa

SASSARI. Ad agosto mezza città chiude battenti. Chi se lo può permettere, si gode le vacanze al mare. Tra quelli che restano, oltre chi è <<costretto>> per lavoro, c'è chi le vacanze non sa neppure che cosa siano. Sono i cittadini che vivono sotto la soglia della povertà. Per loro, per i vecchi e nuovi indigenti sassaresi, da nove mesi c'è un punto di riferimento fondamentale: la Casa della fraterna solidarietà. È il gruppo di volontari che ogni giorno gestisce il <<pronto soccorso>> alimentare: uno sportello dove chiunque, in forma totalmente anonima, può ottenere una busta di generi alimentari.

I volontari non se la sono sentita di mandare in ferie la solidarietà: la necessità quotidiana di cibo non va in vacanza. Così hanno deciso di organizzarsi per tenere aperto anche ad agosto il <<minimarket>> della solidarietà di corso Angioy, fatta eccezione per i giorni canonici in cui non ci sarà la panificazione. Nei primi giorni di agosto, i volontari hanno rilevato un aumento delle richieste, con punte giornaliere di 280 buste consegnate. Un incremento che potrebbe essere legato al fatto che alcune associazioni, in questi giorni, hanno rallentato o sospeso l'attività. I panificatori che sostengono la Casa della fraterna solidarietà (Cesaraccio, Ballarino e Calvia) hanno risposto alla crescente richiesta dei poveri, aumentando le loro donazioni. La media delle presenze giornaliere, rispetto a quattro mesi fa, ha registrato un incremento di 20 unità, passando da 240 a 260 sacchetti consegnati. Un ritmo che l'associazione è in grado di sostenere sia grazie ai sostenitori <<storici>> come il Banco Alimentare, la Cobec-Sisa, la concessionaria Danone, che ai nuovi donatori, come i fratelli Oggiano, operatori del mercato ortofrutticolo. Un aiuto per il volontari è arrivato anche dall'amministrazione comunale. L'assessore alle Politiche sociali Cecilia Sechi e il dirigente del settore, Salvatore Stangoni, hanno inserito l'associazione in un progetto che per il mese di agosto prevede la distribuzione di un grosso quantitativo di latte. <<il futuro - ha detto il presidente dell'associazione di volontariato, Aldo Meloni - di poter realizzare il nostro sogno di offrire agli indigenti anche latte quotidiano, oltre all'immancabile busta di pane. Quante mamme, quanti anziani e quanti bambini ne sarebbero felici. Comunque noi continuiamo a pregare e a sperare che il monopolista regionale del latte, la 3° Arborea, accolga i nostri insistenti appelli. In fondo loro sono una cooperativa e hanno la mutualità fra i presupposti esistenziali, e noi siamo una Onlus, status che consenta al donatore di portare in deduzione, e non in detrazione, le sue donazioni>>. In poco più di nove mesi di attività, la casa della fraterna solidarietà ha distribuito 60mila sacchetti e il trend non accenna a diminuire. <<Noi continuiamo nella ricerca di nuovi donatori - conclude Aldo Meloni -, non solo per poter garantire quel poco che già offriamo, ma per allargare la gamma dei prodotti. Ciò che ci conforta sono nuovi volontari che offrono la loro disponibilità>>. Da qualche settimana dalle loro contributo anche due giovani mormoni, così come una vecchia <<cliente>> del market dei poveri, che per ricambiare la generosità dei volontari, collabora per alcune ore al confezionamento dei sacchetti e poi va via con la sua busta della spesa.

Il market dei poveri compie un anno consegnate 80mila buste della spesa

La Nuova Sardegna


SASSARI. Il supermarket dei poveri compie un anno: dodici mesi di solidarietà verso le fasce più deboli della popolazione, quelle che tra assegni familiari e lavori saltuari non arrivano mai alla del mese, quelle che spesso non hanno neppure il coraggio di chiedere aiuto. Per loro, i volontari della Casa della fraterna solidarietà, in 365 giorni, hanno consegnato 80mila buste della spesa.     

In realtà, l'associazione raggiungerà il traguardo della prima <<candelina>> martedì prossimo. Ma il conto delle buste consegnate presto fatto. Da quest'estate, infatti, la media giornaliera si è attestata sui 300 sacchetti. Cifre che la dicono tutta sul numero dei poveri presenti in città. <<Per la nostra associazione, il primo compleanno è un traguardo importante - ha detto il presidente Aldo Meloni -, non eravamo certi di poterlo tagliare. Fino a oggi siamo stati aiutati dalla buona sorte e da molte persone generose. Anche se ancora molto deve essere fatto. Saremo soddisfatti quando riusciremo offrire un aiuto alimentare più ampio e variegato. Attualmente, infatti, il nostro aiuto si può definire un “ pronto soccorso”. Certi alimenti, come il latte, l'olio, lo zucchero, gli omogeneizzati e i biscotti per bambini, compaiono sporadicamente nel sacchetto della solidarietà>>.
L'associazione era partita con l'idea di dare sostegno a un centinaio di persone. Ma già dal primo giorno si è trovata di fronte a una folla di 200 indigenti che, giorno dopo giorno è cresciuta, arrivando al preoccupante numero di 300 presenze quotidiane. <<Dopo 2000 anni, la richiesta più pressante continua a riguardare il “ pane quotidiano” - aggiunge Aldo Meloni -, e riusciremo a esaudirla grazie al sostegno dei panificatori, come Cesaraccio, Ballarini e Mauro Calvia, che hanno sempre risposto a ogni richiesta di incremento delle donazioni.  Se il trend di bisogno non si attenuerà, a breve dovremo bussare alla porta di qualche altro produttore>>.altro punto di forza del market dei poveri sono la pasta e il riso, che vengono forniti dal Banco Alimentare. La stessa Sisa-Cobec dà un sostegno importante, assieme alla Daf, la concessionaria della Danone. <<Una o due volte alla settimana - conclude il presidente - riusciamo a consegnare anche frutta e verdura, grazie ai fratelli Oggiano. Quest'estate il comune ci ha aiutati con una fornitura di latte per un mese. Nell'attesa che questo aiuto diventi definitivo, abbiamo ricevuto dalla Provincia un sostegno economico che ci garantirà una fornitura di latte per altri due mesi>>. Per continuare l'attività, la Casa della fraterna solidarietà presto avrò bisogno di una nuova sede. La speranza dei soci è che, al più presto, l'amministrazione comunale metta a disposizione locali adeguati, per evitare il rischio di dover sospendere la consegna delle buste. Un servizio, questo, diventato essenziale per le persone più deboli e povere della città.

I “magnifici quaranta” del sacchetto solidale

Sassari sera n°12 – anno 47 – dicembre2007/gennaio 2008

Un anno fa, il 21 ottobre, è nata la “casa della fraterna solidarietà”. Un anno trascorso veloce e forse con qualche cefalea …
<<Un po’ di cefalea c’è stata e c’è. Ma è dovuta all’ansia. Anzi due tipi di ansia: la prima è quella relativa ai locali dove operiamo (Corso Angioy) che sono di proprietà della Fondazione Divina Provvidenza che ringraziamo di cuore. L’altra è ansia che deriva dalla continua ricerca di derrate alimentari, operazione non facile anche perché non sempre e non tutti quelli che avrebbero potuto hanno risposto in modo immediato ed adeguato>>.
All’inaugurazione dello scorso anno c’era la cosiddetta “Sassari che conta”. Quante promesse?
<<Mah … a dire il … vero, la “Sassari che conta” promesse non ne ha fatto. Certo avrebbe potuto fare in modo di reperire un locale che sicuramente gli enti pubblici possiedono in città e non avremmo preteso sicuramente un locale a cinque stelle! Anche un rudere da riadattare mettendoci noi soci fondatori le mani in tasca>>.
E invece per quanto riguarda le donazioni?
<<Noi siamo una onlus e non volevamo di sicuro i prodotti di prima scelta, ma ci saremmo accontentati, come ci accontentiamo, di quei prodotti che si approssimano alla scadenza. Fra quanti hanno preso parte all’inaugurazione non c’erano i cosiddetti “big”, ma coloro che fin dall’inizio (li abbiamo ripetutamente citati) ci hanno dato quel che potevano. Potrei citare il monopolista regionale del latte che non ha potuto venirci incontro per, presumo, difficoltà.
Fra i “latitanti” voglio sottolineare l’assenza di qualche grosso … grosso centro commerciale che ancora purtroppo preferisce dare in “pasto” derrate alimentari ai cassonetti e alle discariche che potrebbero sfamare un intero paese. A parte questo debbo dire che i singoli, la gente di Sassari, stanno dimostrando una sensibilità, un cuore,  nei confronti di questa iniziativa, che davvero commuove>>.
Un esempio?
<<C’è gente che viene e ci porta i “doni”: una cassa di pelati, del the o altro. E questo è magnifico! Anche perché, è evidente, si sono resi conto che la nostra è una di quelle associazioni di volontariato in cui si sa dove vanno a finire le cose>>.
Ritorniamo alla sede. Nel numero del 30 di settembre scorso, Il Sassarese ha denunciato l’incredibile patrimonio immobiliare inutilizzato che c’è a Sassari di proprietà pubblica o anche privata. Possibile che davvero non si riesca a trovare un … buco per la “Casa della Fraterna Solidarietà”?
<<Bella domanda! E’ il quesito che mi pongo di continuo. Ma la risposta è però sempre amara: evidentemente non interessiamo a nessuno. Non voglio fare polemica. Ma avendo un … “bacino di utenza” purtroppo non vastissimo, non meno però di mille famiglie, a questo rivolgiamo il nostro lavoro perché sono e rimarranno persone conosciute da accogliere con affetto e con un sorriso di benvenuto>>.
Forse non interessiamo a nessuno, ha detto. Forse … lei si sta arrendendo?
<<Ma nemmeno per sogno! Precisiamo: io posso definirmi il “regista” mettendoci molta vanagloria, di questa iniziativa. Ma i “primi attori” sono i volontari. E i donatori. Quella dei volontari è una squadra meravigliosa formata non meno di quaranta persone, signore, insegnanti in pensione e anche (stupefacente!) da coloro che prima si presentavano dall’“altra parte” (per ricevere il sacchetto) e poi hanno deciso che disponendo di tempo potevano “dare una mano” e sono passati anche loro a servire i bisognosi come son loro stessi. E poi a fine giornata rientrano nella loro casa col sacchetto, come gli altri. Se non è solidarietà questa!>>
Una sorta di … ringraziamento.
<<Un coinvolgimento. E poi in aggiunta a ciò c’è la bella presenza di quattro mormoni, due ragazze e due ragazzi che così, senza alcuna pretesa, vengono una volta la settimana dando una bella mano d’aiuto>>.
Ma c’è un futuro per la “Casa della Fraterna Solidarietà”?
<<Abbiamo scoperto che c’era questa gente bisognosa che viveva in modo sotterraneo e perciò ci siamo mossi. Il futuro. Dipende … dipende da qualche “variabile”. Dovessimo essere … affettuosamente … sfrattati perché la “Divina Provvidenza” ha necessità di vendere parte degli immobili, certamente dovremmo, poiché siamo in comodato, lasciare i locali di Corso Angioy. Ma sia chiaro, a costo di fare, come soci fondatori, sacrifici personali, troveremo un altro locale>>.

C’è una Sassari bisognosa e una solidale. Voi fate parte della seconda “categoria”, se mi passa la definizione. Lei conosceva, prima di iniziare l’attività, questa realtà della povera gente sassarese?
<<No. Con molta umiltà devo dire che dopo avere sentito qualche parroco ne ho parlato con monsignor Francesco Soddu che mi ha incoraggiato molto. Mi ha detto che dovevamo andare avanti perché il problema c’era e c’è>>.
Don Soddu fa parte della Caritas Diocesana.
<<Si ed è una persona estremamente illuminata. È stato lui lo scorso anno a benedire i nostri locali>>.
Facciamo adesso qualche nome di coloro che vi aiutano.
<<Sono orgoglioso di rispondere alla domanda. Oggi siamo abituati a leggere brutte notizie mentre vi sono tante persone che invece “fanno” buone notizie. Citando coloro che ci aiutano spero si possa scatenare un “contagio” positivo. Antonello Cesaraccio, panificio; altri panificatori Ballarini, Mauro Calvia. Il banco Alimentare e il presidente Michele Bulla. Quasi per incanto è apparso Oggiano del mercato ortofrutticolo che una volta la settimana conferisce frutta e verdura. E poi Rinaldo Carta, della Cobec, amico generoso con noi fin dall’inizio. Poi c’è la Danone che ci da lo yogurt. Il riparatore della Zanussi ci ha fornito un frigorifero industriale. Zunino Auto ci ha dato un automezzo che ci consente di trasportare la merce. Non parlo dei privati perché mi hanno fatto obbligo assoluto di riservatezza. C’è da rimanere estasiati di fronte alla generosità di una tabaccaia di Sassari  che va al market, compra 100 chili di pasta e li porta da noi>>.
Per chiudere un augurio: che finiscano le cefalee.
<<Spero passino del tutto!>>.

Duecento in fila per pane, latte e pasta

Una giornata tra gli operatori nella sede della Casa della fraterna solidarietà

SASSARI. Quelli che stanno veramente male, forse sono quelli che non dicono una parola tendono la mano verso uno dei volontari, con lo sguardo basso prendo una busta e vanno via in silenzio. I piedi leggeri per la fretta e il cuore pesante dalla vergogna. Ma al minimarket della solidarietà non si fanno distinzioni, e se tra 200 poveri che si presentano, ce ne sono 50 <<fasulli>>, poco importa: 150 avranno da mangiare.

I volontari indossano i gilet della Casa della fraterna solidarietà, uomini e donne, chi già in pensione, chi disposto a trovare un ritaglio di tempo tra lavoro e famiglia, pur di dedicarsi agli altri, pur di fare qualcosa di giusto. E davanti ai sorrisi sdentati degli anziani, che battagliano ogni mese con la pensione minima e alla fine perdono sempre, o di fronte a giovani madri che trascinano passeggini per mezza città, pur di arrivare allo sportello di corso Angioy 16, questi volontari trovano l'energia per portare avanti un progetto ambizioso: dare da mangiare tutti i giorni ai nuovi e ai vecchi poveri della città, senza chiedere documenti, senza fare firmare nulla. Ieri, gli operatori della Casa della fraterna solidarietà sono arrivati verso le 8,30. In mezz'ora hanno preparato le prime cento buste: cinque panini, un brick di latte,un pacco di pasta e un barattolo di pelati. L'apertura dello sportello del <<minimarket>> era prevista per le 9, ma i primi poveri si sono presentati ancora prima e hanno atteso all'esterno: chi seduto sulle scale d'ingresso, chi in piedi contro il muro del palazzo, lo sguardo a terra. Poi, quando la <<finestra>> sul portone del palazzo si è aperta, è incominciata la processione dei bisognosi. Qualcuno è arrivato da solo, altri in gruppi di due o tre. Diversi uomini anziani, con gli abiti malandati, e parecchie donne di una certa età, alcune con i vestiti di casa, altre eleganti e con tanto di orecchini e collane d'oro, forse una forma di pudore, una maschera per uscire per strada e nascondere la miseria. Ciò che ha accompagnato tutti è stato lo stupore, stampato in faccia insieme a un mezzo sorriso: <<Non c'è niente da firmare?>>. No, nessun documento da esibire, i responsabili dell'associazione non si preoccupano se qualcuno si presenta con tutti i componenti del nucleo familiare per portare via più buste: <<Fare la scorta non ha senso – spiegano - lo sportello della solidarietà è aperto tutti i giorni>>. Una giovane padre di famiglia, disoccupato e in terapia al Sert, ieri è arrivato con la moglie e il più piccolo dei suoi figli. <<Seconde me in molti prendono le buste e poi se le rivendono - ha detto il giovane con l'aria di chi la sa lunga -, magari per comprarsi la droga. E poi qualcuno può fare il furbo e venire con la moglie o un parente e chiedere due buste. È una questione di principio, perché ci sono anche gli altri che hanno diritto ad avere la spesa>>. Lo stesso giovane, dopo qualche minuto è entrato e ha preso una busta, chiedendo ai volontari anche omogeneizzati per i suoi bambini. Poi è entrata la moglie e ha chiesto un'altra busta con l’aggiunta di omogeneizzati. Altri sono arrivati in quattro su una macchina, e con quattro buste zeppe di cibo se ne sono andati. <<Per noi l'importante è che tra tutti quelli che arrivano, ce ne siano tanti che hanno davvero bisogno - dicono i volontari -. Secondo noi almeno 80 su 100 sono veri poveri, numeri che bastano per spingerci a continuare questo lavoro>>. Dopo due ore di consegne, alle 11 è stato chiuso lo sportello. I volontari, però, sono rimasti fino alle 11. 30, per riordinare e buttare le scatole vuote. E per fare un bilancio della seconda giornata di <<lavoro>>. L'ultimo ad andare via e a chiudere la sede è stato il coordinatore Gigi Noce. Lunedì scorso, giorno di apertura ufficiale della sede, i volontari hanno consegnato 215 buste di generi alimentari. Ieri mattina, i sacchetti consegnati sono stati 205. Cifre enormi,ch e hanno sorpreso gli stessi organizzatori. Secondo le previsioni fatte dall'associazione, infatti, si sarebbero dovute consegnare dalle 50 alle 100 buste al giorno, ma i dati reali sono stati molto più <<importanti>>, al punto che sia lunedì che ieri, a metà del lavoro è finito il pane. È stato necessario, infatti, ordinare altre ceste al panificio Cesaraccio (uno dei fondatori dell'associazione). E alla fine tutti hanno avuto la loro spesa gratis. <<È necessario che le catene dei supermercati diano il loro contributo - spiega Aldo Meloni, presidente dell'associazione di volontariato -, e in città ce ne sono tanti. Moltissimi prodotti vengono buttati a pochi giorni dalla scadenza, se li dessero alla nostra associazione potremmo sfamare tantissimi poveri della città>>.

C'è un “pacco” per te

Dal 23 ottobre chiunque versi in stato di necessità può ricevere in forma assolutamente anonima un aiuto concreto in generi alimentari, l'emergere di nuove povertà, che si sommano drammaticamente alle preesistenti, ha toccato profondamente l'animo di un gruppo di persone, spingendole a costituire un'associazione per dar sollievo alle necessità primarie dei vecchi e nuovi bisogni. A partire dallo scorso 23 ottobre, nei locali di Corso Angioy 16, vengono distribuiti quotidianamente (quantomeno, sei giorni alla settimana) pane, latte, ed altri generi alimentari a lunga conservazione che non abbiano bisogno di celle o banchi frigo (anche il latte pertanto non potrebbe essere quello di giornata) a chiunque si presenti presso i locali dell'associazione, consentendo in tal modo il consumo di quanto ottenuto nell'intimità della propria abitazione. A nessuno sono chiesti il nome, la ragione del bisogno o le sue idee. Si vuole evitare che il comprensibile pudore produca digiuni silenziosi, a volte drammatici. I volontari, con semplicità, sorridono a tutti e porgono il sacchetto della solidarietà. L'opera attiva si svolge in sintonia, senza sovrapposizioni, con le altre associazioni benefiche, in particolare con la Caritas Diocesana e con le Vincenziane. Rispetto ad esse ci si vuole rivolgere anche ad una platea molto più ampia e difficile da raggiungere: quella delle nuove povertà, presso cui non rare sono remore a rivolgersi a strutture confessionali. Non appena si reperiranno altri spazi, oltre al cibo saranno offerti anche capi di vestiario (nuovi, fine serie od anche seminuovi) e saranno erogate cure mediche dentarie. L'Associazione ha già ottenuto l'iscrizione all'Albo Regionale del Volontariato diventando in tal modo ONLUS. Questo consente, laddove ritenuto utile dagli interessati (sia privati e aziende), di attivare le facilitazioni fiscali previste dalla Legge 80/2005 (il cui slogan è “+ dai - versi”) che permette per le donazioni sia in denaro sia in natura di ottenere una deduzione fiscale del 10% del reddito annuo, con un tetto di 70.000 euro. A ciò si affianca la disposizione agevolativa prevista dall’art. 13, comma 2, del Decreto Legislativo n. 460 del 1997, che consente alle aziende di cedere alle ONLUS derrate alimentari alla cui produzione o scambio è diretta l'attività dell'impresa, altrimenti destinate all'usuale eliminazione dal circuito commerciale, senza che il valore normale delle stesse venga considerato fra i ricavi dell'impresa medesima. Sabato 21 ottobre Aldo Meloni, promotore e presidente della “ Casa della fraterna solidarietà”, ha fatto da anfitrione al numeroso pubblico intervenuto per l'inaugurazione ufficiale dell'iniziativa. Molti i personaggi della vita pubblica: Alessandra Giudici, presidente della Provincia, Cecilia Sechi, assessore comunale alle Politiche sociali, don Francesco Soddu, della Caritas diocesana (che ha benedetto i locali), don Giancarlo Zichi, i rotariani del “Sassari Nord”, Vincenzo Picci, Michele Poddighe , Leonardo Tilocca, Emilio Facci, Andrea Fiore, Giampiero Delogu, Rinaldo Carta, accompagnato dalla signora Anna Clara. E poi Carlo Sardara e Paolo Puddinu, del Rotary “Sassari Silki”. L'assessore comunale Michele Malanga e tanti altri protagonisti della vita pubblica sassarese. La “ Casa della fraterna solidarietà” presieduta da Aldo Meloni, vicepresidente Giancarlo Lucci. Soci fondatori: Aldo Meloni, Leonardo Tilocca, Antonello Cesaraccio, Giampiero Delogu, Gianfranco Favini, Settimo Romolo Tilocca, Carlo Sardara. I trenata volontari che ogni giorno, dal lunedì al sabato (ore 9-11) distribuiranno i pacchi viveri sono coordinati da Gigi Noce. Un nuovo tassello si aggiunge quindi al mosaico della solidarietà a Sassari.

Donate 2000 buste della solidarietà in otto giorni

La Nuova Sardegna

SASSARI. Quasi duemila buste di generi alimentari consegnati otto giorni. È il primo bilancio fatto dai volontari dell'associazione " Casa della fraterna solidarietà ", che dal 23 ottobre lavorano nello sportello di corso Angioy. Un bilancio che dà l'idea di quanti Sassaresi vivano in condizioni di indigenza. La media della prima settimana è stata di 215 sacchetti giornalieri. Lunedì ne sono stati distribuiti 270 mentre ieri si è saliti a quota 287: " Una enormità - commenta il presidente dell'associazione, Aldo Meloni -, che va al di là delle nostre previsioni iniziali. Pensavamo che 100 sacchetti giornalieri sarebbero stati sufficienti, ma i dati di questi giorni vanno decisamente oltre. In questa fase, nella nostra associazione diventa fondamentale trovare nuovi donatori, e siamo fiduciosi che ci riusciremo "   Sebbene le buste con pasta, latte, pane e pelati, vengano consegnate in modo totalmente anonimo, e ai poveri non venga chiesto alcun tipo di informazione, i volontari si sono fatti un'idea della loro " composizione ". " ogni giorno arrivano persone nuove – spiega Meloni -, e il fatto che siamo a fine mese probabilmente significa che questo è il periodo più critico per molti cittadini. Gli utenti del nostro sportello sono eterogenei: si va dagli anziani alle madri di famiglia, dai rom a qualche immigrato di colore. Ciò che è certo, e che almeno il 95 per cento degli indigenti che si rivolgono alla nostra associazione sono sassaresi ". Tra i tanti " veri " poveri che ogni mattina vanno a prendere la busta della spesa gratuita, ce ne sono alcuni che probabilmente non hanno un reale bisogno. " Chi viene al nostro sportello - sostiene Aldo Meloni -, non può che stare male, si tratta comunque di persone che hanno problemi economici gravi. Che interesse potrebbe avere una persona nell'esporsi per una busta di pane e di latte? Per rivenderla forse? Io sono convinto che chi viene da noi siano quasi esclusivamente veri bisognosi " Per quanto riguarda gli approvvigionamenti, nel corso della settimana sono arrivati due nuovi donatori di pane. Oltre a Cesaraccio, socio fondatore della Casa della fraterna solidarietà, ora consegnano anche il panificio Ballarini e Gigi Riu di Alghero che, nonostante non abbia clienti a Sassari, ogni mattina manda un furgone in città per i bisognosi.

La nostra storia

La nostra storia è semplice. Nel 2006, durante una cena fra amici, fu fatto rilevare che l’eccesso di cibo, al limite dello spreco, era un’offesa alla povertà la cui crescita stava assumendo dimensioni allarmanti anche a Sassari.
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Noi siamo volontari

Il nostro volontariato è contraddistinto dalla totale gratuità delle prestazioni e nell’assoluta apoliticità e aconfessionalità nella nostra operatività. Il rispetto nei confronti dei nostri fratelli in stato d’indigenza permanente o temporanea, è assoluto. Leggi

 

Dentiere

Dal mese di giugno 2012 abbiamo attivato nella sede in C.so M. di Savoia n.6 a Sassari, un laboratorio per l'installazione gratuita delle protesi dentarie. Il Martedì dalle ore 16,00 alle ore 18,00 un volontario, è a disposizione per concordare gli appuntamenti. Vai