Sassari, con la solidarietà si pagano le bollette
SASSARI. Venticinquemila euro di bollette pagate, 155mila buste con la spesa consegnate, 100mila abiti donati. In un anno. Sono i numeri di un welfare parallelo, laico, volontario, che a Sassari si muove sottotraccia e che quotidianamente salva la giornata a centinaia di poveri. Un welfare retto dalla Casa della fraterna solidarietà: «Sassari è una città povera, molto povera. Le persone vengono da noi anche per chiedere la carta igienica», spiega il patron dell’associazione onlus, Aldo Meloni, alla Quinta commissione comunale, presieduta da Sergio Scavio, in visita alla sede di corso Margherita di Savoia. «C’è tanta, troppa gente che ha bisogno di aiuto concreto, noi cerchiamo solo di tendere una mano a queste persone». Sul marciapiede, davanti all’ingresso della Casa della fraterna solidarietà, i poveri che molti fanno finta di non vedere, sono in fila già da ore per assicurarsi una busta della spesa con dentro il pane, un pacco di pasta, un barattolo di pomodori pelati, un barattolo di fagioli, tonno in scatola e frutta fresca. È così ogni giorno, dal lunedì al sabato: «Distribuiamo cinquecento buste al giorno, più quelle che i nostri volontari consegnano direttamente a domicilio alle tante persone indigenti che si vergognano di venire qui, di fare la fila per strada mostrando a tutti la loro povertà», continua Meloni. Buste che vengono regalate a tutti, senza chiedere la carta d’identità o la dichiarazione dei redditi. «Noi non facciamo domande. Chi viene qua lo fa perché ha bisogno, e noi gli diamo una mano». Un aiuto reale. Spesso l’unico che l’ondata di nuovi poveri creata dalla crisi economica stagnante riesce ad avere. «Non voglio fare polemica, ma spesso le persone vengono da noi dopo essersi rivolte ai servizi sociali del Comune, e qua trovano quello che le istituzioni non sono in grado di offrire loro».